ARTICOLO ESTRAPOLATO DAL MIO LIBRO LO SAPEVI CHE?
In questi giorni il mio caporedattore è molto occupato a redigere la sua letterina e così ha deciso che sarei stata io (Wow!) a decidere di cosa parlare. E forse ti sembrerà banale, ma in questo capitolo voglio parlare di una figura che, ci piaccia o meno, fa parte da secoli dell’immaginario collettivo, Babbo Natale!
Ma chi è Babbo Natale e soprattutto esiste?
Una buona parte di noi, almeno una volta da bambino, ha scritto una letterina a Babbo Natale. Siamo stati tutti in attesa di quel dono che non sempre è arrivato…Tutti noi conosciamo la figura di questo vecchietto che nella notte di Natale attraversa il mondo intero su di una slitta guidata dalle sue renne per portare i doni ai bambini buoni.
Ma da dove nasce questa tradizione?
Le sue origini le ritroviamo sia tra le popolazioni cristiane che quelle pagane. Nella mitologia germanica e norrena possiamo collegare la figura di Babbo Natale al dio Odino, che ogni anno al solstizio d’inverno ‒ che coincide con il periodo natalizio ‒ scendeva sulla Terra, in groppa al suo cavallo volante, per una battuta di caccia con alcuni suoi guerrieri caduti. I bambini in quell’occasione lasciavano i propri stivali vicino al caminetto, riempiendoli di carote, paglia e zucchero per sfamare il suo cavallo volante. In cambio, Odino avrebbe contraccambiato con regali o dolciumi.
In epoca Cristiana questa tradizione è proseguita in Belgio e nei Paesi Bassi, ma associata alla figura di San Nicola, anche lui arrivava a cavallo.
I bambini, ancor oggi, durante quel periodo, appendono al caminetto le loro scarpe piene di paglia, affinché vengano riempite di dolci e regali da San Nicola.
Sia San Nicola che Odino (seppur a lui mancasse un occhio) avevano l’aspetto di un vecchio barbuto.
San Nicola con la sua lunga barba bianca e la tunica rossa, senz’altro è la figura che ancor oggi si avvicina di più all’odierno Babbo Natale che fino a pochi decenni fa nei paesi germanici veniva ancora rappresentato con la divisiva da vescovo, oggi noto a tutti come Santa Claus: l’origine del nome sarebbe appunto olandese: Santa Claus da Sinterklass, ovvero San Nicola.
Fino al XIX secolo la figura di Babbo Natale variava a seconda di Paesi e culture: in alcuni casi era rappresentato come un elfo o un folletto.
Nella cultura anglosassone, invece, era visto come un vecchio signore, grande e grosso, con una lunga barba bianca, una sorta di “Spirito del Natale” il quale, a quanto dicono, avrebbe ispirato il celebre “Canto di Natale” di Charles Dickens.
Ma chi davvero ha dato un’impronta decisiva alla idealizzazione collettiva di Babbo Natale è stata la “Coca Cola”, seppur i dirigenti smentiscono d’esserne ideatori, l’avvento della loro campagna pubblicitaria, ispirata a Babbo Natale, ha aiutato molto l’immaginario collettivo a idealizzare Babbo Natale come un anziano paffuto e sorridente con una lunga barba bianca e vestito di rosso…Ed ecco qui che tutti noi, oggi, quando si parla di Babbo Natale lo abbiamo bene in mente in questa raffigurazione. Da ciò che ho riportato appare proprio che Babbo Natale sia solo un personaggio di una bella storia ispirata dagli uomini nel tempo con le loro leggende e tradizioni sia cristiane che non.
Eppure ogni anno migliaia e migliaia di bambini in tutto il Mondo scrivono al loro Babbo Natale: Babadimri in Albania, Gaghant Baba in Armenia, Sinterklaas in Belgio, Deda Mraz in Bosnia Erzegovina, Djado Koleda (“Nonno Natale”) in Bulgaria, Julemanden in Danimarca, Joulupukki in Finlandia, Père Noël in Francia, Weihnachtsmann (“L’Uomo di Natale”) in Germania, Father Christmas; Santa Claus in Gran Bretagna, San Basilio in Grecia, Ded Moroz (“Nonno Gelo”) in Russia, Papá Noel in Spagna, Jultomten in Svezia, Noel Baba in Turchia, Papai Noel in Brasile, Papa’ Nuel in Ecuador e Babbo Natale in Italia.
Scrivono una letterina e tra quelle parole, prive di malizia, riportano i loro desideri.
I bambini s’aprono alla vita con la fantasia: il non sapere ancora molto, conduce a sognare, a credere in ciò che il loro cuore desidera.
Nei cuori innocenti, e ancor non contaminati dalla crudeltà umana, Babbo Natale vive come tutte le altre figure buone che l’uomo ha dimenticato: concentrato a trovar prove tangibili e incurante che l’essere umano conosce solo una piccola parte di un Universo ricco di sorprese inimmaginabili al raziocinio umano; ma visibili ai cuori dei bambini e, lasciamelo dire, anche in alcuni adulti che ogni anno, a quel mitologico personaggio, un desiderio chiedono con fede! Perché immaginare è un atto di fede in qualcosa che nessuno ha la certezza che esista, eppur è proprio quel qualcosa che ci sprona a continuare a credere che oltre alla razionalità, che seppellisce sogni ed entusiasmo, c’è molto altro che vive, forse in dimensioni lontane dalla nostra…
Per cui anche quest’ anno, quando arriverà il momento tanto atteso, ognuno di voi volga lo sguardo all’ impossibile e sbirci oltre al suo raziocinio e proprio lì, tra le pieghe dei suoi giorni pieni di dubbi e paure, troverà una porticina che conduce a dimensioni nuove, possibili da raggiungere solamente lasciando andare la ragione e aprendo il cuore; e sulla soglia di quella porticina, un omone vestito di rosso, con un grande sorriso, dirà: «Bentornato!».








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