INTERVISTA A BEATRICE VARETTO
L’ospite di oggi è un’autrice la cui energia traspare dalle sue espressioni, da quei suoi sorrisi sinceri e comunicativi. Tanta voglia di fare e di dare s’avverte in lei.
Nel suo quotidiano si districa tra impegni lavorativi e artistici, non si risparmia di certo. Ama scrivere e nel contempo apprendere meglio nuove tecniche letterarie.
La troviamo attiva nella promozione autori e in corsi di scrittura creativa… Un’ indole la sua caratterizzata dal dinamismo, affamata di vita e di esperienza… Si rivela anche nelle tematiche di cui tratta nei suoi libri, che vanno dal genere Giallo alla Fantascienza al Sociale. La definiscono una scrittrice “particolare”. I suoi lettori le attribuiscono la capacità di tenerli incollati alle pagine, cosa non scontata in chi scrive. Un’ autrice emergente che sa il fatto suo.
Conosciamo meglio il suo percorso artistico: Fa il suo esordio nel mondo letterario con un Giallo, “Insabbiato” che la vede finalista del premio letterario “Ilmioesordio” 2018. Nel 2023 per la Yume Edizioni pubblica “Teen Generation”. Da pochi mesi è uscito il suo nuovo libro “Namasticazzi” edito dall’ Arca di Noè Edizioni.
Nel 2022 ha collaborato con Cooperativa Letteraria, in seguito con Fuoriasse edizioni. Dal 2023 è ideatrice e co-organizzatrice dello Speed Book Date – Incontra il tuo prossimo libro, eventi letterari.
Dal 2024 organizza corsi di scrittura creativa.
Benvenuta, parlaci del tuo amore per la scrittura quando è nato?
Credo sia nato quando ho capito che mettere i pensieri su carta era la cosa più bella che io avessi mai fatto. Mi permetteva di ordinare le idee e di esprimere quello che a voce non avrei detto, almeno non in quel modo, non con quelle parole. Potevo usare termini ricercati che nel parlato suonavano ridicoli, ma che sul foglio assumevano un’eleganza e una naturalezza deliziose. Galeotti furono i pensierini delle elementari.

Sul tuo libro di esordio, “Insabbiato”, seppur sia un testo di ben 406 pagine, molti tuoi lettori sono concordi nel dire che la lettura è fluida, il romanzo si legge velocemente e sa catturare l’attenzione. Qual è il tuo segreto?
Credo sia la fortuna del principiante e il genere giallo aiuta a mantenere viva l’attenzione dei lettori. Diciamo che la mia evoluzione come scrittrice è un’involuzione del numero di pagine: da 400 a 200 per arrivare a 70. Finirò per dedicarmi agli Haiku?
Nel 2023 esce il tuo secondo romanzo edito dalla Yume Edizioni, Teen Generation, qui l’argomento tocca tematiche futuristiche e fantascientifiche, “ambientato in una Torino del futuro, si utilizza l’anestesia al dolore somministrata tramite elettroshock”. Una storia che apre a tanti spunti di riflessione soprattutto su quanto le nuove generazioni, forse troppo coccolate e poco propense alla durezza della vita, tendono a trovare soluzioni facili ai loro malesseri. Tutto diviene rapido anche la guarigione dalla sofferenza psichica. Una tua riflessione.

Il dolore nella società contemporanea è diventato un tabu, se pensiamo alle donne che si vestivano a lutto anche anni dopo la morte dei mariti o alle prefiche nei funerali non possiamo che notare come adesso il dolore sia qualcosa invece da tenere segreto, cui passare oltre. Tralasciamo il fatto che il dolore fosse sempre imputato alle donne e che loro dovessero portarne il peso e le stigmate, concentriamoci invece su quanto adesso sembri ridicolo portare orpelli che indichino il nostro lutto. La sofferenza è un momento di crescita, superare una difficoltà ci rende più forti. È esperienza.
Se potessi davvero viaggiare nel futuro, quale tra i mali di questa società vorresti vedere debellato?
Credo che sia difficile capire quale male non ne tenga a bada di peggiori. Ogni variabile ha un suo ruolo e cambiarne una potrebbe avere effetti devastanti. Tuttavia l’individualismo che respiriamo forse è ciò che più indebolisce la società. Credo, infatti, che se immaginiamo la società come una catena il suo elemento base, l’anello, non sia l’individuo, ma la famiglia. Non la famiglia per forza intesa con l’accezione tradizionale, non importa il colore o l’orientamento, la famiglia come nucleo di persone unite dall’affetto e dal rispetto reciproco. Il legante dell’anello sarà a sua volta volano per altri legami che tengono insieme la società. L’individuo da solo, invece, concentrato su se stesso, non riuscirà a comprendere quelle che sono le necessità macro e non riuscirà a capire i sacrifici che la società dovrà chiedergli.
Il tuo nuovo libro “Namasticazzi”, tratta il periodo pandemico paragonandolo alla quotidianità di un disabile. Come è nata l’idea?
Sono stata per un anno e mezzo volontaria della cooperativa sociale Vale un sogno 2 che si occupa di ragazzi con deficit intellettivo. Sono ragazzi usciti dall’obbligo scolastico per raggiunti limiti di età e che, salvo iniziative “private”, non hanno alternative per la socialità, né prospettive per il futuro. I progetti portati avanti da questa realtà supportano i ragazzi nell’imparare un lavoro, nel gestire il tempo libero e nell’apprendere le basi necessarie all’abitare da soli.Una delle difficoltà che hanno le loro famiglie, in questo percorso di crescita e conquista dell’autonomia, è riuscire a lasciarli liberi. La paura è comprensibilmente tanta, ma soffoca i desideri di autonomia in tutti gli aspetti della vita.
L’isolamento per molti disabili è pane quotidiano a causa delle tante barriere architettoniche presenti e soprattutto quelle mentali, dove l’inclusione appare ancora un terreno minato. Un tuo pensiero.
A volte basterebbero pochi accorgimenti per rendere fruibili attività alle persone con disabilità motorie. E non parlo di accesso agli ambienti, su cui si sta lavorando anche se a rilento, ma alle esperienze e allo sport.
Le spiagge fruibili con la carrozzina non sono molte, la maggior parte di queste permette a mala pena di parcheggiarsi con la carrozzina sotto un ombrellone. Entrare in acqua è quasi un miraggio.
Così chi è in carrozzina, vuole andare al mare e anche entrare in acqua si ritrova con altri come lui e l’interazione con chi non ha bisogno di supporti per la deambulazione si riduce drasticamente. Queste persone rimangono escluse dagli “altri” come nel resto della loro vita.
Namasticazzi. Perché questo titolo?
Una provocazione, un modo per criticare la finta commistione modaiola tra la nostra cultura e le religioni indiane. Ed è un modo diverso per dire «grazie al c…o».
Corsi di scrittura creativa. Servono davvero?
Servono a imparare a scrivere per farsi leggere. Ovviamente non tutti scrivono con quello scopo, si può scrivere per se stessi o semplicemente per chiarirsi le idee. Ma sapere cosa desidera il lettore, per quale lettore scrivere a seconda dell’argomento o ancora come far passare il proprio pensiero è importante per chi desidera farsi leggere.
Ideatrice e co-organizzatrice dello Speed Book Date di che si tratta?
È una collaborazione tra due amiche da cui è nato un evento di promozione letteraria un po’ diverso dal solito.
La ricetta è semplice, ma il risultato è sorprendente. Prendi 5 autori, 20/25 lettori e li metti ai tavolini del bar. Ogni autore ha 10 minuti per presentare il proprio libro ai lettori seduti al suo tavolo, scaduto il tempo i lettori si alzano e migrano verso un nuovo libro. Condisci con un gustoso aperitivo e il divertimento è assicurato!
Ma Speed Book Date è anche editing, schede di lettura, corsi… speedbookdate.it
Ma chi è Beatrice nella vita di tutti i giorni?
Sono una persona curiosa che ama sbirciare fuori dalla sua zona di comfort. Ho un marito, due figli, un cane e una moto.
Descriviti in una sola parola.
Osservatrice.
Progetti futuri?
Due ancora in definizione: un romanzo tratto da una storia vera di cui però non so se sarò autrice manifesta e un altro che parlerà di giovani donne che si confrontano tra loro con uno sguardo alle scelte delle proprie madri.
link di acquisto: Teen Generation
link di acquisto: Insabbiato








Lascia un commento