Il Mondo di Stefano Soli: Cinema e Scrittura

INTERVISTA AL CURA DI MONICA PASERO

Tutto inizia tramite un flash, un’immagine che si manifesta nel pensiero ,come un trailer d’anteprima. Quell’idea che scuote l’animo improvvisamente, e non si arrende al disagio iniziale, ma sprona a crederci. In fondo nessun vero artista vive di sicurezze, ma di lanci nel buio, dove porta la propria arte, il proprio lavoro e talento allo sbaraglio con la sola certezza che ci proverà sempre.

Clint Eastwood dice: “Ciò che mi interessa più di ogni altra cosa nel lavoro e nella vita è la ricerca della verità. Questo percorso mi spinge ancora a dirigere film.” 

In una società pigra alla riflessione, dove la superficialità vivacchia serenamente, facendoci scordare spesso la realtà che ci circonda, quale modo migliore di rendere appetibili verità spesso sottovalutate mascherandole in pura fantascienza? Proponendole sotto forma di svago, e tra i fotogrammi di un film percorrere tematiche importanti, non poi così fantascientifiche. Scenari catastrofici che svelano sempre più possibili realtà a venire. L’ospite di oggi sa quanto tramite un film si possano lasciare messaggi importanti, spesso nascosti tra le righe di un copione, perché se la lettura resta da sempre cibo per l’anima, un film resta un full immersion di emozioni racchiuse in circa una novantina di minuti di pellicola, dove le riflessioni più disparate giungono ad animarci e aprirci gli occhi, mettendo in dubbio le nostre fino ad ora certezze. Oggi nel mio spazio arriva un uomo che con professionalità e spirito di iniziativa ha portato avanti il suo lavoro e i suoi sogni. Regista, sceneggiatore, produttore e non per ultimo scrittore, ho il piacere di ospitare Stefano Soli.

Innanzitutto ti ringrazio di essere qui, e parto subito col chiederti: quando è nata la tua passione per il Cinema?

Avevo 15 anni quando ho scoperto l’Astra. Un cinema d’essai ma non nel senso classico. Era una sala vera, platea e galleria, col libretto scolastico si pagava pochissimo e in barba al divieto si fumava pure. Facevano dei cicli, ogni giorno un film diverso. La settimana di Woody Allen, quella di Carpenter, quella di Al Pacino. Era il cinema degli anni 70. Tematiche e soggetti riflettevano la libertà di quel tempo, le storie erano spesso amare, non soffocate dal buonismo e dall’ipocrisia che oggi ci circondano fino a essere diventati una sorta di autocensura preventiva degli autori: questo si può dire, questo no. Come se fosse questa la soluzione ai problemi: mettere la polvere sotto al tappeto.

 Nel 2003 ricevi il Globo d’oro della Stampa Estera per il miglior cortometraggio,“Furti” di cui sei stato Sceneggiatore e Regista. In Furti si narra la storia di un ragazzino che viene convinto dai suoi amici a rubare un giornalino pornografico, ma verrà preso in flagrante dall’edicolante che gli indicherà una via d’uscita… Una trama apparentemente divertente, una bravata che molti ragazzini, almeno ai nostri tempi quando il web non impazzava ancora, hanno tentato, ma tra le righe leggo anche la figura del branco, quale messaggio porta questo Corto?

Più che altro è il desiderio di essere accettato, di far parte di qualcosa a mettere nei guai il protagonista, a fargli compiere un’azione di cui non è convinto e per la quale patirà dolorose conseguenze. Era la mia prima cosa importante, l’ho vissuta con grandissima tensione. Qualche anno fa mi è capitato di rivederlo e sono rimasto imbarazzato dall’ingenuità di alcune scelte fatte in sede di montaggio. Per carità, non lo rinnego affatto, solo ritengo che con lo stesso materiale girato oggi potrei sfornare un prodotto decisamente superiore.

Nel 2005 presenti al Festival di Venezia il tuo Cortometraggio “giorno 122”, in seguito ne hai realizzato e prodotto un Lungometraggio, disponibile su Youtube, che a oggi conta più di 300 mila visualizzazioni. E per gli amici lettori è disponibile anche il romanzo. Due parole su questa tua produzione?

Due parole sono davvero troppo poche per un percorso fatto di alti e bassi, di fatto durato più di sedici anni. Scegliendo pochi momenti salienti, ricordo l’emozione di essere selezionati per Venezia, la delusione per la mancata uscita in sala, per esserci scontrati con la dura realtà dei meccanismi distributivi, ma il momento chiave è quello in cui ho deciso di resuscitare il progetto trasponendolo in forma di romanzo. Libero da vincoli produttivi e limiti di budget, ho potuto dare alla storia il suo pieno respiro. Scelta rivelatasi azzeccata, il romanzo mi sta dando grosse
soddisfazioni e il film dopo essere rimasto quasi un decennio chiuso in un cassetto sta circolando con risultati strabilianti. Mi auguro ci sia anche un quarto momento importante: quello in cui un produttore deciderà di farci una serie.

Alfred Hitchcock sosteneva che l’unico modo per sbarazzarsi delle sue paure è farci dei film”, è così anche per te?

Più che di paure parlerei di ossessioni. Nel corso del documentario che girai su di lui, Gabriele Lavia mi confidò che tutte le sere prima di andare in scena apriva un certo cassetto della mente, lì custodiva il nero che alimentava la sua arte. Finito lo spettacolo, chiudeva il cassetto e se ne andava tranquillamente a cena. Compresi solo dopo un po’ di tempo quello che intendeva veramente.  Avevo iniziato a tenere una specie di diario, esperienze dirette che elaboravo e dirottavo su un protagonista immaginario, una sorta di alter-ego. Un giorno decisi di riordinare quel materiale che non avevo mai riletto. Rimasi travolto dalla negatività e dalla rabbia che trasudavano da quelle pagine. Di fatto erano tutti sfoghi, contro me stesso, contro la società, contro coloro a cui volevo bene. Stetti malissimo per una settimana. Avevo spalancato il cassetto ma non avevo ancora l’esperienza, non ero stato in grado di richiuderlo.

Viviamo in tempi difficili dove le fantasie catastrofiche cinematografiche e letterarie sono divenute sempre più possibili realtà. È un po’ come se l’Universo si alimentasse delle nostre paure e le riprogrammasse nel futuro? Tu cosa ne pensi?

 In quanto specie più evoluta, l’uomo si è sempre considerato il padrone della Terra anziché un figlio, una diretta emanazione. Ha colonizzato ogni spazio, invaso ogni angolo del pianeta, sfruttandolo per il proprio tornaconto. Un atteggiamento profondamente miope che denota scarsa intelligenza, un tragico errore. Il problema è che l’avanzare della tecnologia ci ha dotato di un potere distruttivo mai avuto prima. È come una scatola di fiammiferi in mano a un bambino.

Tra i tanti registi, viventi e non, a chi faresti volentieri una domanda? E soprattutto cosa chiederesti?

Sarò banale, dico Kubrick. Il migliore di gran lunga. Tutti film differenti, tutti capolavori. Cosa gli chiederei? Mh-hm difficile… mi piacerebbe starci insieme a cena. Una domanda unica? Forse… perché non ti hanno mai dato un Oscar?

 Un consiglio per i giovani che vogliono intraprendere il tuo stesso percorso.

Preparatevi a soffrire. Chi si accosta a questo mestiere di solito ha una spinta a esprimere se stesso, ma il mercato spesso omologa e soffoca la parte creativa. Altro consiglio: non svendete la vostra professionalità, non consideratevi miracolati perché qualcuno vi offre di lavorare, spesso tendiamo a dimenticare che la scrittura è la base irrinunciabile del processo produttivo. Ultimo, non disdegnate l’esercizio, la pratica affina le vostre qualità, vi rende migliori.

Se fossi costretto a scegliere tra regia e scrittura a cosa rinunceresti?

Ho già di fatto scelto la scrittura. Perché sono libero da vincoli, di manifestare il mio pensiero senza compromessi. Di realizzare un prodotto fruibile in totale autonomia. Ogni tanto però riaffiora la voglia di set, di misurarmi ancora con la traduzione e la sintesi del pensiero in immagini. Di ritornare a praticare quel linguaggio che di fatto è stato la mia palestra formativa. Chissà, magari presto…

“Il cinema è il modo più diretto per competere con Dio”, così affermava il grande Federico Fellini, e qui ti chiedo: che rapporto hai con Dio?

Sinceramente nessuno. È  una competizione che ho avvertito fortissima da piccolo e che mi ha procurato disagio e sofferenza. Ho risolto smettendo di pensarci, perché sono domande alle quali, per quanto ti sforzi, non puoi dare risposta. È  certo che esista un’energia superiore ma antropomorfizzarla, costringerla a nostra misura, immaginare che possa interessarsi alle nostre esistenze piuttosto che a quelle di una formica o di un rinoceronte è ancora un atto di presunzione.

 Ma chi è Stefano Soli nella vita di tutti i giorni?

Spero di non deludere nessuno. Una persona normale. Un marito e un padre che andando avanti negli anni ha trovato quell’equilibrio e quella serenità che in gioventù spesso è mancata. Detto ciò, non rinnego alcuna esperienza, neanche le meno edificanti. Ciascuna di loro ha concorso a fare l’uomo che sono.

A Febbraio 2023 è uscito del tuo nuovo lavoro letterario “Il quarto requisito” romanzo noir al femminile che sarà editato da SEM edizioni. Ci puoi svelare qualcosa?

È  un’opera molto diversa da “Giorno 122”. Un noir, un romanzo di formazione criminale tutto al femminile. Tre personaggi potentissimi, che amo da morire. Poi c’è Trieste, crocevia culturale e baricentro europeo, la sede ideale per la mia storia. E il fatto che la protagonista studi architettura non è affatto casuale, ha un peso importante nel definire la tematica centrale del romanzo: come il pensiero umano possa seguire gli stessi schemi logici, i medesimi processi mentali per perseguire il bene o il male.

Nell’ ottobre 2024 pubblichi il tuo nuovo romanzo THC: il Tetra che tratta tematiche davvero impegnative e spesso sottovalutate. Parliamo di adolescenti spesso emarginati che si creano un’ identità nell’ omologarsi al branco.Una storia di dipendenza , ma non solo dalle droghe sopratutto affettiva: Come nasce questa storia?

THC il Tetra, ambientato nelle periferie romane fra il 1979 e il 1983, parla di un adolescente che a causa della separazione dei genitori, di colpo si ritrova sbattuto in un altro quartiere. Flavio perde ogni riferimento, la rabbia cresce di pari passo col desiderio di autonomia. La strada diviene il suo mondo, sostituendo di fatto il contesto familiare.
Il romanzo nasce dal desiderio di raccontare la realtà e la quotidianità di quegli anni, difficili, violenti, persino crudeli però veri, vicini temporalmente eppure lontanissimi dall’odierno modo di vivere e di pensare. Il quinquennio in cui si è prodotto un cambiamento radicale della nostra società, col passaggio da un’epoca di ideali e partecipazione al consumismo più sfrenato.
E quando vedo i ragazzi di oggi anestetizzati dai cellulari, mi sento fortunato e insieme provo una grande tristezza. Per loro, che vivono le vite degli altri anziché le proprie.

Quale messaggio vorresti che arrivasse

“THC – il Tetra” e in generale tutti i miei libri sono stati più volte definiti come “amorali” inteso non come “contrari alla morale” ma come “privi di giudizio morale”.
In effetti io cerco di privilegiare l’aspetto documentaristico del racconto, di restarne il più possibile fuori. Io non mando messaggi, io racconto storie, lasciando il giudizio ai miei lettori.
In base alla propria sensibilità, ciascuno sarà libero di farsi un’opinione, di trarre le proprie conclusioni.
Trovo però che la tua recensione, Monica, abbia colto un aspetto fondante del romanzo: la necessità imprescindibile di essere amati, l’importanza di poter contare su riferimenti solidi in una fase delicata dello crescita e le inevitabili conseguenze delle scelte di ciascuno di noi sul proprio destino.

Progetti futuri

Ho altri due romanzi già pronti.
Un giallo classico, scritto però in prima persona, col quale mi sono molto divertito.
E l’altro, finito da tre anni, un romanzo più ampio e più complesso come architettura, con un arco temporale che spazia dagli anni ’60 fino al 2010, Personalmente lo considero la mia opera più importante, e proprio per questo non voglio avere fretta ma fare le opportune valutazioni per un’uscita forte e adeguata.
E altri due sono in fase di realizzazione.
Inoltre, recentemente sono tornato al mio antico amore: la sceneggiatura. Con una commedia piuttosto movimentata e un noir (un film piccolo come budget, non come contenuti) perfetto per esordire alla regia.

E giungo alla mia ultima domanda: quanto nella tua vita è importante il sogno?

Fondamentale. Molti considerano il sonno tempo sprecato, per me è una porta per una dimensione quarta dove incontro, interagisco e comunico con persone dimenticate, sconosciuti. Dove posso fluttuare, visitare luoghi inesistenti nei quali mi capita addirittura di tornare. Un’esistenza parallela che, lo confesso, mi piace più di quella reale. Perché il sogno è come la scrittura, non ci sono limiti. Forse per questo non sono mai stato un mattiniero. Aprire gli occhi, lasciare quell’universo tagliato a mia misura per rientrare in un quotidiano fatto di regole sociali, di convenzioni, di vincoli fisici e temporali… mi costa molta fatica. Mi consola sapere che basterà chiudere gli occhi e sarò di nuovo lì… a confrontarmi con me stesso per capire sempre meglio chi sono davvero.

Ringraziando Stefano Soli per il tempo dedicato, ricordo che il suo romanzo,  Giorno 122, è disponibile sia in formato cartaceo che in formato kindle. Per acquistare cliccate qui.

Potete inoltre vedere il Lungometraggio: Giorno 122, cliccando qui.

Per saperne di più visitate il suo sito cliccando qui.

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LEGGETE LA MIA RECENSIONE A THC IL TETRA A QUESTO LINK

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Articoli

Gli artisti e gli autori che ho intervistato, dicono di me

FRANCESCA GHEZZANI, GIORNALISTA

Prepararsi prima di un’intervista studiando i minimi dettagli e saper scavare nelle persone senza essere invadente è un’arte non di tutti. Monica Pasero ha dimostrato di possederla. Grazie davvero per il tempo che mi ha dedicato.

Giosuè Forleo, scrittore e poeta.

Ho conosciuto Monica Pasero per caso e mi è piaciuta fin da subito; infatti l’ho scelta per recensire alcune poesie del mio ultimo libro, “Piuma bianca”. Monica è una giornalista e critica letteraria sempre disponibile, che si distingue per la sua eccellenza, originalità letteraria e cura nella realizzazione grafica. Le sue interviste e recensioni sono sempre caratterizzate da una grande profondità e sensibilità, che le permettono di cogliere l’essenza delle opere e degli autori che tratta. Ha una grande capacità nell’instaurare un contatto empatico con gli autori, capacità davvero rara e che le permette di ottenere risposte profonde e sincere. La sua scrittura è elegante e raffinata, rendendo piacevole la lettura dei suoi articoli su svariati argomenti. È una professionista che unisce esperienza, competenza e sensibilità, rendendola una delle migliori nel suo campo. Se siete alla ricerca di una critica letteraria con un blog che vi offra una visione profonda e stimolante delle opere e degli autori, Monica Pasero è la scelta ideale per la sua originalità di scrittura.

FREDERIK MC. MARK, SCRITTORE

Sono molto contento di aver conosciuto Monica e di averle fatto recensire il mio romanzo Kora: La pietra di Artfis. Un fantasy ricco di storie e misteri. Leggendolo, Monica è riuscita a cogliere l’essenza della storia, il che dimostra quanto sia preparata e sensibile nel percepire le emozioni. Grazie di cuore Monica, alla prossima

LEONARDO MANETTI, POETA

Monica è una persona molto attenta e professionale nel suo lavoro. Inoltre è molto gentile e disponibile. È la persona giusta sulla quale potete fare affidamento. La consiglio vivamente.

SERGIO CAMELLINI, POETA

Questa brillante recensione arricchisce davvero, poche volte ho trovato letterati capaci di entrare nell’animo con tanta delicatezza. A Monica Pasero, porgo i sensi della mia più profonda stima.

DANIELE OSSOLA, SCRITTORE

Ho conosciuto Monica attraverso un Concorso Letterario a Torino cui avevo partecipato.

Si è instaurato un rapporto culturale basato su dolcezza, gentilezza e profondità di emozioni.

La professionalità con la quale ha condotto l’intervista, avendone già realizzate diverse nella mia carriera di autore, posso quindi affermare che è unica in quanto ha scavato nel mio intimo per far emergere i fatti salienti della mia attività non solo di scrittore.

Non posso che rinnovare i miei complimenti!!!   

EDOARDO DE ANGELIS, CANTAUTORE

Nel variegato mondo attuale della comunicazione troviamo una tale quantità di organi e operatori, piccoli e grandi, più o meno efficaci, più o meno credibili … un bosco, una foresta nella quale è difficile trovare il sentiero giusto. Per questo motivo è importante affidarsi alle esperienze positive già vissute da altri. A questo proposito mi sento di suggerire un blog che si occupa principalmente di scrittura, con grande professionalità, garbo, sensibilità. Lo dirige Monica Pasero, e si chiama con un bellissimo nome: OLTRESCRITTURA. E’ vero, Monica e il suo blog vanno oltre la scrittura, sanno offrire, nella comunicazione quel passo in più di profondità, attenzione, interesse, che fanno la differenza … OLTRESCRITTURA, appunto” – Edoardo De Angelis – Il Cantautore Necessario

EUGENIO PATTACINI, SCRITTORE

Quando ci si avvicina al mondo delle interviste in campo letterario ci sono tre aspetti fondamentali e, quasi mai, si incontrano controparti efficaci su tutti e tre. Si parla di competenza e conoscenza del settore utili a impostare domande efficaci e ben articolare utili a conoscere l’autore ma anche a capire, non tanto cosa dica l’opera, ma dove può accompagnare il lettore. Poi c’è il contatto empatico che io ho misurato sia nel suo raro modo di approcciare ma anche condividendo spazi in salotti letterari. Il terzo punto è la realizzazione grafica perchè anche le migliori frasi, se calate in una impostazione raffazzonata, perdono valore. Monica invece caratterizza ogni sua intervista con l’eleganza dell’impostazione. Personalmente per questo aspetto leggerei suoi articoli anche su argomenti che assolutamente non mi appartengono. È bello quando si trova una controparte che mostri alto livello in uno di questi aspetti. Raro su due. Monica, per fortuna di chi la incontra, eccelle in tutti e tre.

MARCO PETRUZZELLA, POETA

Ho conosciuto Monica Pasero un po’ per caso trovandomi nella confusione e dispersione mentale e pratica tipica dell’esordiente. Ho pubblicato da poco per cui sono a digiuno sulle dinamiche della “critica” e della diffusione promozionale delle opere ma soprattutto degli autori. Una cosa, però, credo di averla compresa bene: ciò che conta nel rapporto col gli editori, con le agenzie o con gli editor o realizzatori di recensioni o interviste come Monica, è il rispetto, la cura e l’attenzione che questi hanno nei confronti dei testi, degli autori e delle loro biografie. Ecco con Monica ho provato la gioia e la soddisfazione, oltre di trovarmi al cospetto di una grande professionalità, di avere come interlocutore una persona sinceramente appassionata alla letteratura e alle dinamiche pagina/autore. Auguro ad ogni autore, esordiente o meno, di incontrare Monica Pasero per sentirsi meno solo in questo mondo affascinante ma complicato.

CLAUDE MOSCHELLI, COACH

Monica Pasero è una persona straordinariamente preparate professionalmente e culturalmente

MONICA BECCO, SCRITTRICE

Grazie Monica. Come la scrittura, anche le interviste sono un dono che viene scambiato reciprocamente tra le parti. Con queste risposte mi sono aperta alle persone che non mi conoscono; e loro mi donano il tempo e l’attenzione necessari per entrare nel mio mondo. Grazie a tutte e a tutti. Grazie soprattutto a te, Monica, che con questa intervista, interessante e sensibile, mi hai permesso di fermarmi e regalarmi il tempo di guardarmi e scoprire nuove e inesplorate sfaccettature di me stessa. È stato un piacere e un privilegio

DANIELA MEROLA, GIORNALISTA, SCRITTRICE

La giornalista e promoter culturale Monica Pasero è una professionista eccellente e molto preparata. La sua serietà è meritevole di fiducia.

ELIO SABA ,SCRITTORE

Considero l’intervista che mi ha fatto la giornalista Monica Pasero di grande valore. Mi ha fatto domande per niente scontate, che mi hanno permesso di esternare alcuni aspetti del mio modo di pensare e metter a nudo una parte dei miei sentimenti. Intervista assolutamente notevole.

SILVIA DAL CIN, SCRITTRICE,

Professionista seria, competente e anche molto umana.

SILVIA S.G PALANDRI, EDITRICE

Il lavoro di Monica è così accurato, profondo e dettagliato che un’ AI non riuscirà mai ad eguagliarlo. Domande affatto banali, capaci di scavare in profondità con intelligenza e La tua intervista mi ha emozionata e per rispondere alle tue domande mi sono ritrovata a fare un lavoro su me stessa e un punto sul mio lavoro al femminile. Grazie.

SARA DE BARTOLO, SCRITTRICE, DOCENTE

Non è semplice né scontato ritrovare professionalità e talento in un unica persona.
Parlo della scrittrice Monica Pasero.
I suoi libri nonché le sue interviste sempre pulite, chiare e complete, mai fuorvianti o allusive.
Ogni volta che le sue parole descrivono l’arte di un autore/ autrice , ne esaltano il colore e di conseguenza il valore.
Grazie Monica per ciò che fai ma soprattutto per come lo fai.
Grazie davvero.

PAOLO SORRENTINO, SCRITTORE

Il nome di Monica Pasero mi è stato fatto per la prima volta dal mio editore, Davide Indalezio di Edizioni della Goccia. Mi sono documentato, ho letto le molte cose che ha scritto e mi ha subito convinto per i suoi modi garbati, per la profondità delle sue analisi, per la capacità di cogliere le diverse sfumature e i colori nascosti delle opere che descrive di volta in volta. Si capisce subito che fa il suo lavoro con grande passione e competenza, insomma. Le ho affidato, quindi, la lettura del mio La strategia del Diavolo e anche se lei stessa ha ammesso subito che il genere giallo/thriller non è fra i suoi preferiti, la sua recensione ha soddisfatto appieno tutte le mie aspettative, constatando una volta di più la sua abilità nell’intercettare i significati meno evidenti, più nascosti del libro e sintetizzarli in modo brillante ed efficace. Rapida, essenziale, profonda, con le sue interviste, poi, riesce a interfacciarsi in modo altrettanto efficace con la personalità dello scrittore, offrendo al lettore elementi aggiuntivi capaci di incuriosirlo e farlo avvicinare ulteriormente alla lettura dell’opera. Esperienza decisamente positiva.

ANTONIO SPAGNUOLO,POETA

Ottimo intervento, ricco di cultura elevata e di coinvolgimento. Il tuo Interessamento alle luminosità della scrittura è degno di lode. Grazie per avermi Invitato. Esperienza di notevole fattura!

FRANCESCA ROMANA ROTELLA, SCRITTRICE

Monica Pasero ha recensito due mie raccolte poetiche con grande sensibilità e professionalità. Ha compreso in maniera profonda i miei versi e ha saputo evidenziarne le caratteristiche fondanti, mettendone in luce gli aspetti più interessanti. La sua alta professionalità è una garanzia di accuratezza e grande sensibilità.

ODILIA LIUZZI, ARTISTA

Vorrei dedicare un sentito ringraziamento a Monica Pasero per la splendida intervista che mi ha dedicato. È stata un’esperienza profondamente stimolante e arricchente, che mi ha permesso di raccontare il mio percorso artistico con sincerità e passione. Le sue domande, sempre pertinenti e ben calibrate, hanno toccato aspetti importanti del mio lavoro, spingendomi a riflettere ancora più a fondo sul significato e sulle emozioni che lo animano. Monica ha dimostrato grande professionalità, unita a una grande sensibilità. La sua capacità di creare un dialogo fluido e coinvolgente, ha reso questa intervista non solo un momento di condivisione, ma anche un’occasione preziosa per esprimere pensieri e riflessioni che spesso restano inespressi. Il suo approccio garbato e rispettoso ha reso tutto naturale, mettendomi completamente a mio agio. Raccontare il proprio percorso artistico non è sempre facile: dietro ogni opera si nasconde un mondo di emozioni, esperienze e scelte. Monica Pasero ha saputo cogliere e valorizzare il cuore del mio lavoro, trasformando l’intervista in un ritratto autentico del mio percorso artistico. Per questo, la ringrazio di cuore. È stata un’esperienza preziosa, resa speciale dalla sua bravura e gentilezza. Grazie ancora, Monica!

DARIO TONANI, SCRITTORE ( MONDADORI)

Ci sono persone sensibili annidate negli angoli della rete che parlano di scrittura con la mano sul cuore e il tocco delicato dell’intelligenza. Monica Pasero è una di queste; le sue domande per la mia intervista sono un bouquet di spunti originali, curiosità autentica e riflessioni profonde. Mi hanno colpito e spiazzato il giusto. Per questo le dico ancora grazie.

IL MAESTRO, ALESSANDRO PIERFEDERICI, SCRITTORE, DOCENTE

Ho conosciuto Monica attraverso i social: il suo modo di porsi, con schiettezza e sincerità, e descrivere con semplicità e accuratezza il suo lavoro mi ha subito convinto a contattarla. Ho potuto così conoscere una professionista di grande spessore che unisce una notevole esperienza ed una competenza acquisita sul campo a contatto diretto con opere e autori, ad una profonda sensibilità ed umanità, attraverso la quale coglie l’essenza delle opere recensite e gli aspetti più importanti della personalità dei suoi intervistati. Monica ha recensito i miei primi quattro libri ed ogni volta ho scoperto dietro le sue parole qualcosa che non immaginavo esistesse dietro i miei testi. Monica, infatti, sia nelle recensioni che nelle interviste, coglie l’anima stessa dell’autore, della sua personalità, del suo linguaggio, e sa mettere in rilievo tutto ciò che di bello, interessante, stimolante incontra, così che anche chi legge viene messo a contatto diretto con la cultura, l’umanità, la vita degli autori e delle opere. E non dimentichiamo la sua capacità di sintesi e la sua profondità nelle prefazioni: Monica ha scritto quella del mio quinto libro ed ha saputo in due pagine coglierne lo spirito e il messaggio, preparando la strada al lettore per vivere appieno il piacere della lettura e della comprensione.

GIORGIO INFANTINO, SCRITTORE

Grazie Monica per aver messo in evidenza gli aspetti salienti della mia produzione letteraria. La recensione di “Storie Sospese” coglie nel segno e l’intervista è stata condotta da te con grande professionalità.

ELEONORA COLORETTI, RESTAURATRICE

Brava! Sensibile precisa alle tematiche. Una professionista.

ANTONIO ZENADOCCHIO, ARTISTA

Monica è capace di identificarsi con l’intervistato e comprendere il suo modo di essere e il suo punto di vista. Questo rende l’intervista molto calzante e anche gratificante.

STEFANO ZAMPIERI, ARTISTA

Precisa, sensibile con una penna delicata ma profonda.

MASSIMO PEZZONI, POETA
Credo la piu bella e professionale intervista sia stata propio quella di Monica Pasero, la sua capacità di capire l’artista scavando nella sua sensibilità senza scalfirla ma facendone un ritratto completo e unico.

SERGIO SOZI, SCRITTORE, CRITICO LETTERARIO

Non accade molto spesso, in questi tempi, di poter colloquiare di letteratura con un giornalista che sia competente e rigoroso, ben documentato sugli aspetti biobibliografici dell’intervistato e perfino, direi, appassionato della materia in oggetto. Ebbene tutto questo ho potuto assodare nel corso della piacevole e stimolante conversazione che ho avuto con Monica Pasero sulla mia opera di scrittore

GIOVANNA FILECCIA, SCRITTRICE, EDITRICE

Una delle interviste più complete che ho rilasciato in questo periodo.

ALESSIO MIGLIETTA, POETA

Consiglierò il tuo lavoro senz’altro, e sono davvero entusiasta di questa intervista, credo la più bella ricevuta!

ANGELA CAVAZZUTI, SCRITTRICE

Un enorme GRAZIE alla bravissima Monica Pasero per la bellissima intervista sul mio universo da scrittrice.Con poche pennellate ha saputo dipingere un’immagine reale di me, come persona e come autrice.

MIRIAM DI NOTO, SCRITTRICE E DOCENTE

Ho avuto il piacere di rilasciare due interviste a Monica Passerò, riguardo al mio libro e alle mie esperienze di viaggio.Mi sono trovata davanti una professionista garbata e competente, capace di proporre domande profonde e ben calibrate.Ne è scaturito un dialogo piacevole e costruttivo, attraverso cui ho espresso pienamente il mio pensiero.

GIOVANNA DE VITA, SCRITTRICE

L’ Intervista ha saputo cogliere i tratti importanti del libro e la mia personalità. Le domande hanno messo in evidenza il lato umano e fragile del protagonista del racconto. Grazie


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