Intervista a Paolo A. Sorrentino.

SCRITTORE DEL ROMANZO, LA STRATEGIA DEL DIAVOLO.

Oggi nel mio spazio ho il piacere di ospitare lo scrittore del romanzo “La strategia del Diavolo” edito da “Edizioni Della Goccia”.
Ho avuto l’opportunità di leggere questa sua opera d’esordio e sono rimasta colpita dal suo stile fluido e mai ridondante. La sua scrittura riesce a catturare l’attenzione del lettore, permettendo di immergersi completa-mente nella trama. Pur non essendo una grande appassionata di questo genere letterario, posso affermare che la narrazione, arricchita da una notevole abilità descrittiva e da dialoghi vivaci e dinamici, mi ha sorpre-so in modo molto positivo. È davvero un abile narratore!
Conosciamolo meglio: Paolo A. Sorrentino nasce a Savona nel 1953. Trascorre la sua infanzia e adolescen-za, viaggiando da nord a sud lungo il territorio italiano a causa degli spostamenti del padre, comandante dei Vigili del Fuoco in carriera. Questa esperienza gli consente di sviluppare un’innata capacità di osservazione, raccogliendo un ampio repertorio di conoscenze e dialetti che diventano una preziosa fonte d’ispirazione per la sua scrittura. Dopo essersi laureato in Medicina e Chirurgia con specializzazione in Chirurgia Generale, inizia la sua carriera professionale in ambito universitario, per poi passare a ruoli ospedalieri, culminando nella direzione di un reparto di chirurgia in un ospedale del nord Italia. Appassionato di letteratura, cinema e fotografia. La strategia del diavolo segna il suo esordio nel mondo editoriale.
Per chi non conoscesse ancora questo imperdibile romanzo ecco la descrizione: A Milano, una giovane donna si getta nel vuoto dal sesto piano e pochi giorni dopo, a Trieste, un uomo va incontro a una morte orribile mentre pota un albero nel suo giardino. Due tragedie inspiegabili senza nessun legame apparente che attirano l’attenzione di una tenace giornalista milanese con una ferita professionale ancora aperta e di un chirurgo universitario di Trieste che vive per il suo lavoro intrappolato in un malsano rapporto simbiotico con un carismatico barone, suo maestro e mentore. Le loro piste conducono entrambe all’eminente professore, e i due singolari detective si ritroveranno, in un crescendo di azione e colpi di scena, a fare i conti con un passato che ritorna: alla fine il Diavolo reclama sempre il suo debito. Sullo sfondo, il competitivo mondo universitario e il complesso rapporto tra allievo e maestro nel delicato processo di formazione.
Sono proprio curiosa di conoscere meglio l’autore e qualche dettaglio in più su questo avvincente romanzo e i suoi protagonisti.

Innanzitutto, grazie di essere qui, quali sono stati gli autori letti negli anni che l’hanno spinta ad appassio-narsi a questo genere letterario?

Grazie a lei per avermi invitato e, soprattutto, per aver letto il mio libro. Gli autori del genere che mi hanno catturato sono molti, soprattutto stranieri: primo fra tutti metterei Simenon, poi Fred Vargas, Peter May, Joël Dicker, Stieg Larsoon, Pierre Lemaitre… l’elenco sarebbe davvero lunghissimo. Fra gli italiani direi Maurizio De Giovanni, Luca D’Andrea e Gianrico Carofiglio, per il quale ho una spiccata predilezione.

Il suo lavoro la porta ogni giorno a contatto con il dolore, con la morte… e anche qui il “male” compie la sua strategia. La Medicina può combatterlo ma è la forza d’animo del paziente che spesso vince la battaglia. Una sua considerazione.


La resilienza e la determinazione a voler guarire sono elementi fondamentali in chi si trova a combattere con la malattia, di solito un evento inatteso, capace di sconvolgerti letteralmente la vita così come l’avevi pensata fino a quel momento. Ci sono molti studi scientifici, osservazionali, che lo suggeriscono. Anche se, ovvia-mente, queste da sole non bastano: la cura di una malattia, a volte anche solo il miglioramento della qualità di vita, è il frutto di un complesso lavoro d’equipe di cui il paziente è parte integrante, e non può in alcun modo prescindere dal contesto, una struttura qualificata e multidisciplinare in grado di offrirgli le migliori soluzioni possibili.


Quando ha maturato l’idea di scrivere questo romanzo?


Prima di essere uno scrittore, sono un chirurgo con una profonda passione per i libri, il cinema e la fotografia. Un osservatore curioso, quindi, che avendo trascorso gran parte della sua vita professionale in una clinica universitaria, un microcosmo con uno straordinario e variegato campionario di esemplari umani e situazioni derivanti dalla reciproca interazione, non poteva non cogliere gli innumerevoli spunti di riflessione che quello gli offriva. Non disponendo di altri mezzi in grado di rendere così efficacemente quell’ambiente, le sue con-traddizioni, i suoi conflitti interni, i giochi di potere, la sua ritualità istituzionalizzata e tramandata di genera-zione in generazione e, per certi aspetti, la sua involontaria comicità, ho deciso che dovevo provare a farlo con un libro. Così è nato “La strategia del Diavolo”, un giallo thriller con protagonista un chirurgo che, im-brigliato in un complicato rapporto simbiotico con il suo maestro e mentore, vede a un certo punto ribaltarsi l’orizzonte delle sue certezze e si trova costretto a rimettere in discussione tutto ciò in cui ha creduto, o che gli hanno fatto ciecamente credere fino a quel momento.

Cosa non deve mancare in un buon Giallo?


Il giallo, e ancora di più il thriller, sono considerati un genere d’intrattenimento, in realtà io lo vedo più come un contenitore, governato sì da regole imprescindibili, ma con una gamma infinita di possibili sfumature che ne fanno un mezzo d’espressione dalle incredibili potenzialità, e dove l’unica cosa che deve mancare è la noia. E quindi, direi, la credibilità della trama e dei personaggi, innanzitutto, e poi la tensione, la suspence e tutti gli elementi capaci di catturare l’attenzione del lettore che dev’essere accompagnato, pagina dopo pagina, alla soluzione dell’enigma in base agli indizi che l’autore ha disseminato: la prova che un giallo è riuscito, che ha assolto il suo compito, è quando il lettore torna indietro a rileggere alcune delle pagine precedenti e scopre quello che gli era sfuggito, ma che era sempre stato lì, sotto i suoi occhi.

Se potesse del suo libro realizzarne un film, a quale attore affiderebbe il ruolo di Ernesto De Santis e a quale attrice quello della giornalista, Anita Sierna?


Per rimanere in casa nostra, credo che vedrei bene Michele Riondino nel ruolo di Ernesto e Greta Scarano in quello di Anita. Se dovessi guardare più lontano, invece, il mio primo pensiero andrebbe a Alma Pöysti e Jus-si Valanen, gli straordinari interpreti di Foglie al vento, di Kaurismäki. Fantasticare è bellissimo, e non costa niente.

Tutti noi abbiamo nella nostra vita un Pierluigi Tonon (leggete il libro per sapere di chi sto parlando) Lei lo ha un amico così?


In effetti, il personaggio di Tonon è quello per cui ho dovuto lavorare meno di fantasia. È un caro amico che mi ha inconsapevolmente fornito gran parte degli elementi che caratterizzano il personaggio. È veneto, e ap-pena finito di leggere il libro mi ha confidato fiero: «Go capio tutto: Tonon so’ mi!».

Donato Carrisi pone un interessante quesito che, in qualche modo, è inerente al suo romanzo e chiede: “Buoni o cattivi, malvagi o compassionevoli si nasce oppure si diventa?”. Una sua considerazione.

Il carattere di ognuno di noi si forma nei primi sei anni di vita. Se si esclude l’ambito patologico, credo che cattivo o malvagio lo si diventi. Il contesto, l’ambiente formativo, la famiglia, gli esempi e le circostanze hanno un ruolo determinante. Come faccio dire a Ernesto, a un certo punto del libro: “… ho avuto la fortuna di imparare moltissimo dagli esempi negativi, che in una clinica universitaria davvero non mancano. Se pos-siedi gli strumenti per la decodifica, l’esempio negativo vale come e più di quello positivo”. Si tratta, appun-to, di avere o meno gli strumenti per operare quella distinzione.

Camilleri scelse di chiamare il suo protagonista, Montalbano, ispirandosi allo scrittore: Manuel Vásquez Montalbán, autore de “Il Pianista”. Da chi o da cosa, lei, si è ispirato per creare il personaggio di Ascanio Riboldi?

Per la creazione del professor Riboldi, uno dei villain del romanzo, non mi sono ispirato a una persona in par-ticolare, ma è piuttosto la somma dei tanti esempi negativi che ho avuto modo di osservare nella mia lunga frequentazione delle corsie universitarie e ospedaliere. In lui ho concentrato tutto ciò che accomuna e con-traddistingue molti dei soggetti apicali che, in una struttura piramidale e chiusa come quella universitaria, fa-cilmente gestiscono il potere celando le proprie vistose contraddizioni e incoerenze dietro il fascino e il cari-sma del grande chirurgo. Non basta l’abilità tecnica per definire un uomo o per fare di lui un bravo medico. Una curiosità: il nome è soltanto il frutto della ricerca dei cognomi lombardi di “buona famiglia” più diffusi. La fantasia, qui, non c’entra.

In queste pagine si apre una finestra sul competitivo mondo universitario e il complesso rapporto tra l’allievo (Ernesto De Santis) e il maestro (Ascanio Riboldi) nel delicato processo di formazione. In poche righe può spiegare ai nostri lettori quali sono i fattori psicologici che portano ad un rapporto simbiotico e malsano?


L’allievo non è immune all’inevitabile fascino esercitato su di lui dal Maestro, tutt’altro. E in una disciplina come la chirurgia, il divario iniziale tra allievo e maestro è enorme. Quel rapporto, se sbilanciato, è una fase del processo di formazione ad altissimo rischio, in cui l’allievo è estremamente esposto e dove può arrivare a subire una vera e propria fascinazione. Se poi consideriamo aspetti che riguardano la possibilità o meno di fa-re carriera in un ambiente competitivo e spietato come quello universitario, la cosa si complica ulteriormente. Torniamo sempre agli strumenti di lettura che ciascuno di noi ha o dovrebbe avere: se il maestro è un cattivo maestro, e l’allievo è vulnerabile, si può assistere a una sorta di clonazione, un imitation game dagli effetti imprevedibili e spesso nefasti. Non parlo solo dal punto di vista tecnico, naturalmente.

Quanto di biografico c’è di lei in questo romanzo?


Ovviamente, molto. Credo sia normale che nel creare una storia, i suoi personaggi, un autore cerchi ispirazio-ne in fatti e persone reali, situazioni che lui ha vissuto, persone che ha conosciuto e potuto osservare da vici-no, ma quando si scrive un giallo thriller la fantasia e l’invenzione finiscono per forza di cose per avere un ruolo preponderante, per offrire al lettore una storia capace di sorprenderlo ad ogni pagina e dei personaggi credibili e coerenti, ma nello stesso tempo originali, in cui potersi identificare senza mai annoiarsi. Una bella sfida. Ma, se si vuole ottenere un risultato credibile, credo che il confine tra realtà e invenzione debba rimane-re indefinito, non riconoscibile. Lasciamo al lettore i suoi dubbi. In sintesi, come qualcuno ha detto, “tutto ciò che ho narrato in questo libro è vero, tranne quello che ho inventato”.

Progetti futuri?

Sto lavorando al seguito. In La strategia del Diavolo, qualcuno a un certo punto insinua che Anita potrebbe essere vulnerabile, avere degli scheletri nell’armadio. Quell’armadio non è stato ancora aperto. Ci sto guar-dando dentro proprio adesso.

Si descriva in una sola parola.
Curioso.

In attesa di leggere il seguito di questo avvincente Giallo. Ricordo agli amici lettori il link dove acquistare La strategia del Diavolo.

Leggete la mia recensione

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Articoli

Gli artisti e gli autori che ho intervistato, dicono di me

FRANCESCA GHEZZANI, GIORNALISTA

Prepararsi prima di un’intervista studiando i minimi dettagli e saper scavare nelle persone senza essere invadente è un’arte non di tutti. Monica Pasero ha dimostrato di possederla. Grazie davvero per il tempo che mi ha dedicato.

Giosuè Forleo, scrittore e poeta.

Ho conosciuto Monica Pasero per caso e mi è piaciuta fin da subito; infatti l’ho scelta per recensire alcune poesie del mio ultimo libro, “Piuma bianca”. Monica è una giornalista e critica letteraria sempre disponibile, che si distingue per la sua eccellenza, originalità letteraria e cura nella realizzazione grafica. Le sue interviste e recensioni sono sempre caratterizzate da una grande profondità e sensibilità, che le permettono di cogliere l’essenza delle opere e degli autori che tratta. Ha una grande capacità nell’instaurare un contatto empatico con gli autori, capacità davvero rara e che le permette di ottenere risposte profonde e sincere. La sua scrittura è elegante e raffinata, rendendo piacevole la lettura dei suoi articoli su svariati argomenti. È una professionista che unisce esperienza, competenza e sensibilità, rendendola una delle migliori nel suo campo. Se siete alla ricerca di una critica letteraria con un blog che vi offra una visione profonda e stimolante delle opere e degli autori, Monica Pasero è la scelta ideale per la sua originalità di scrittura.

FREDERIK MC. MARK, SCRITTORE

Sono molto contento di aver conosciuto Monica e di averle fatto recensire il mio romanzo Kora: La pietra di Artfis. Un fantasy ricco di storie e misteri. Leggendolo, Monica è riuscita a cogliere l’essenza della storia, il che dimostra quanto sia preparata e sensibile nel percepire le emozioni. Grazie di cuore Monica, alla prossima

LEONARDO MANETTI, POETA

Monica è una persona molto attenta e professionale nel suo lavoro. Inoltre è molto gentile e disponibile. È la persona giusta sulla quale potete fare affidamento. La consiglio vivamente.

SERGIO CAMELLINI, POETA

Questa brillante recensione arricchisce davvero, poche volte ho trovato letterati capaci di entrare nell’animo con tanta delicatezza. A Monica Pasero, porgo i sensi della mia più profonda stima.

DANIELE OSSOLA, SCRITTORE

Ho conosciuto Monica attraverso un Concorso Letterario a Torino cui avevo partecipato.

Si è instaurato un rapporto culturale basato su dolcezza, gentilezza e profondità di emozioni.

La professionalità con la quale ha condotto l’intervista, avendone già realizzate diverse nella mia carriera di autore, posso quindi affermare che è unica in quanto ha scavato nel mio intimo per far emergere i fatti salienti della mia attività non solo di scrittore.

Non posso che rinnovare i miei complimenti!!!   

EDOARDO DE ANGELIS, CANTAUTORE

Nel variegato mondo attuale della comunicazione troviamo una tale quantità di organi e operatori, piccoli e grandi, più o meno efficaci, più o meno credibili … un bosco, una foresta nella quale è difficile trovare il sentiero giusto. Per questo motivo è importante affidarsi alle esperienze positive già vissute da altri. A questo proposito mi sento di suggerire un blog che si occupa principalmente di scrittura, con grande professionalità, garbo, sensibilità. Lo dirige Monica Pasero, e si chiama con un bellissimo nome: OLTRESCRITTURA. E’ vero, Monica e il suo blog vanno oltre la scrittura, sanno offrire, nella comunicazione quel passo in più di profondità, attenzione, interesse, che fanno la differenza … OLTRESCRITTURA, appunto” – Edoardo De Angelis – Il Cantautore Necessario

EUGENIO PATTACINI, SCRITTORE

Quando ci si avvicina al mondo delle interviste in campo letterario ci sono tre aspetti fondamentali e, quasi mai, si incontrano controparti efficaci su tutti e tre. Si parla di competenza e conoscenza del settore utili a impostare domande efficaci e ben articolare utili a conoscere l’autore ma anche a capire, non tanto cosa dica l’opera, ma dove può accompagnare il lettore. Poi c’è il contatto empatico che io ho misurato sia nel suo raro modo di approcciare ma anche condividendo spazi in salotti letterari. Il terzo punto è la realizzazione grafica perchè anche le migliori frasi, se calate in una impostazione raffazzonata, perdono valore. Monica invece caratterizza ogni sua intervista con l’eleganza dell’impostazione. Personalmente per questo aspetto leggerei suoi articoli anche su argomenti che assolutamente non mi appartengono. È bello quando si trova una controparte che mostri alto livello in uno di questi aspetti. Raro su due. Monica, per fortuna di chi la incontra, eccelle in tutti e tre.

MARCO PETRUZZELLA, POETA

Ho conosciuto Monica Pasero un po’ per caso trovandomi nella confusione e dispersione mentale e pratica tipica dell’esordiente. Ho pubblicato da poco per cui sono a digiuno sulle dinamiche della “critica” e della diffusione promozionale delle opere ma soprattutto degli autori. Una cosa, però, credo di averla compresa bene: ciò che conta nel rapporto col gli editori, con le agenzie o con gli editor o realizzatori di recensioni o interviste come Monica, è il rispetto, la cura e l’attenzione che questi hanno nei confronti dei testi, degli autori e delle loro biografie. Ecco con Monica ho provato la gioia e la soddisfazione, oltre di trovarmi al cospetto di una grande professionalità, di avere come interlocutore una persona sinceramente appassionata alla letteratura e alle dinamiche pagina/autore. Auguro ad ogni autore, esordiente o meno, di incontrare Monica Pasero per sentirsi meno solo in questo mondo affascinante ma complicato.

CLAUDE MOSCHELLI, COACH

Monica Pasero è una persona straordinariamente preparate professionalmente e culturalmente

MONICA BECCO, SCRITTRICE

Grazie Monica. Come la scrittura, anche le interviste sono un dono che viene scambiato reciprocamente tra le parti. Con queste risposte mi sono aperta alle persone che non mi conoscono; e loro mi donano il tempo e l’attenzione necessari per entrare nel mio mondo. Grazie a tutte e a tutti. Grazie soprattutto a te, Monica, che con questa intervista, interessante e sensibile, mi hai permesso di fermarmi e regalarmi il tempo di guardarmi e scoprire nuove e inesplorate sfaccettature di me stessa. È stato un piacere e un privilegio

DANIELA MEROLA, GIORNALISTA, SCRITTRICE

La giornalista e promoter culturale Monica Pasero è una professionista eccellente e molto preparata. La sua serietà è meritevole di fiducia.

ELIO SABA ,SCRITTORE

Considero l’intervista che mi ha fatto la giornalista Monica Pasero di grande valore. Mi ha fatto domande per niente scontate, che mi hanno permesso di esternare alcuni aspetti del mio modo di pensare e metter a nudo una parte dei miei sentimenti. Intervista assolutamente notevole.

SILVIA DAL CIN, SCRITTRICE,

Professionista seria, competente e anche molto umana.

SILVIA S.G PALANDRI, EDITRICE

Il lavoro di Monica è così accurato, profondo e dettagliato che un’ AI non riuscirà mai ad eguagliarlo. Domande affatto banali, capaci di scavare in profondità con intelligenza e La tua intervista mi ha emozionata e per rispondere alle tue domande mi sono ritrovata a fare un lavoro su me stessa e un punto sul mio lavoro al femminile. Grazie.

SARA DE BARTOLO, SCRITTRICE, DOCENTE

Non è semplice né scontato ritrovare professionalità e talento in un unica persona.
Parlo della scrittrice Monica Pasero.
I suoi libri nonché le sue interviste sempre pulite, chiare e complete, mai fuorvianti o allusive.
Ogni volta che le sue parole descrivono l’arte di un autore/ autrice , ne esaltano il colore e di conseguenza il valore.
Grazie Monica per ciò che fai ma soprattutto per come lo fai.
Grazie davvero.

PAOLO SORRENTINO, SCRITTORE

Il nome di Monica Pasero mi è stato fatto per la prima volta dal mio editore, Davide Indalezio di Edizioni della Goccia. Mi sono documentato, ho letto le molte cose che ha scritto e mi ha subito convinto per i suoi modi garbati, per la profondità delle sue analisi, per la capacità di cogliere le diverse sfumature e i colori nascosti delle opere che descrive di volta in volta. Si capisce subito che fa il suo lavoro con grande passione e competenza, insomma. Le ho affidato, quindi, la lettura del mio La strategia del Diavolo e anche se lei stessa ha ammesso subito che il genere giallo/thriller non è fra i suoi preferiti, la sua recensione ha soddisfatto appieno tutte le mie aspettative, constatando una volta di più la sua abilità nell’intercettare i significati meno evidenti, più nascosti del libro e sintetizzarli in modo brillante ed efficace. Rapida, essenziale, profonda, con le sue interviste, poi, riesce a interfacciarsi in modo altrettanto efficace con la personalità dello scrittore, offrendo al lettore elementi aggiuntivi capaci di incuriosirlo e farlo avvicinare ulteriormente alla lettura dell’opera. Esperienza decisamente positiva.

ANTONIO SPAGNUOLO,POETA

Ottimo intervento, ricco di cultura elevata e di coinvolgimento. Il tuo Interessamento alle luminosità della scrittura è degno di lode. Grazie per avermi Invitato. Esperienza di notevole fattura!

FRANCESCA ROMANA ROTELLA, SCRITTRICE

Monica Pasero ha recensito due mie raccolte poetiche con grande sensibilità e professionalità. Ha compreso in maniera profonda i miei versi e ha saputo evidenziarne le caratteristiche fondanti, mettendone in luce gli aspetti più interessanti. La sua alta professionalità è una garanzia di accuratezza e grande sensibilità.

ODILIA LIUZZI, ARTISTA

Vorrei dedicare un sentito ringraziamento a Monica Pasero per la splendida intervista che mi ha dedicato. È stata un’esperienza profondamente stimolante e arricchente, che mi ha permesso di raccontare il mio percorso artistico con sincerità e passione. Le sue domande, sempre pertinenti e ben calibrate, hanno toccato aspetti importanti del mio lavoro, spingendomi a riflettere ancora più a fondo sul significato e sulle emozioni che lo animano. Monica ha dimostrato grande professionalità, unita a una grande sensibilità. La sua capacità di creare un dialogo fluido e coinvolgente, ha reso questa intervista non solo un momento di condivisione, ma anche un’occasione preziosa per esprimere pensieri e riflessioni che spesso restano inespressi. Il suo approccio garbato e rispettoso ha reso tutto naturale, mettendomi completamente a mio agio. Raccontare il proprio percorso artistico non è sempre facile: dietro ogni opera si nasconde un mondo di emozioni, esperienze e scelte. Monica Pasero ha saputo cogliere e valorizzare il cuore del mio lavoro, trasformando l’intervista in un ritratto autentico del mio percorso artistico. Per questo, la ringrazio di cuore. È stata un’esperienza preziosa, resa speciale dalla sua bravura e gentilezza. Grazie ancora, Monica!

DARIO TONANI, SCRITTORE ( MONDADORI)

Ci sono persone sensibili annidate negli angoli della rete che parlano di scrittura con la mano sul cuore e il tocco delicato dell’intelligenza. Monica Pasero è una di queste; le sue domande per la mia intervista sono un bouquet di spunti originali, curiosità autentica e riflessioni profonde. Mi hanno colpito e spiazzato il giusto. Per questo le dico ancora grazie.

IL MAESTRO, ALESSANDRO PIERFEDERICI, SCRITTORE, DOCENTE

Ho conosciuto Monica attraverso i social: il suo modo di porsi, con schiettezza e sincerità, e descrivere con semplicità e accuratezza il suo lavoro mi ha subito convinto a contattarla. Ho potuto così conoscere una professionista di grande spessore che unisce una notevole esperienza ed una competenza acquisita sul campo a contatto diretto con opere e autori, ad una profonda sensibilità ed umanità, attraverso la quale coglie l’essenza delle opere recensite e gli aspetti più importanti della personalità dei suoi intervistati. Monica ha recensito i miei primi quattro libri ed ogni volta ho scoperto dietro le sue parole qualcosa che non immaginavo esistesse dietro i miei testi. Monica, infatti, sia nelle recensioni che nelle interviste, coglie l’anima stessa dell’autore, della sua personalità, del suo linguaggio, e sa mettere in rilievo tutto ciò che di bello, interessante, stimolante incontra, così che anche chi legge viene messo a contatto diretto con la cultura, l’umanità, la vita degli autori e delle opere. E non dimentichiamo la sua capacità di sintesi e la sua profondità nelle prefazioni: Monica ha scritto quella del mio quinto libro ed ha saputo in due pagine coglierne lo spirito e il messaggio, preparando la strada al lettore per vivere appieno il piacere della lettura e della comprensione.

GIORGIO INFANTINO, SCRITTORE

Grazie Monica per aver messo in evidenza gli aspetti salienti della mia produzione letteraria. La recensione di “Storie Sospese” coglie nel segno e l’intervista è stata condotta da te con grande professionalità.

ELEONORA COLORETTI, RESTAURATRICE

Brava! Sensibile precisa alle tematiche. Una professionista.

ANTONIO ZENADOCCHIO, ARTISTA

Monica è capace di identificarsi con l’intervistato e comprendere il suo modo di essere e il suo punto di vista. Questo rende l’intervista molto calzante e anche gratificante.

STEFANO ZAMPIERI, ARTISTA

Precisa, sensibile con una penna delicata ma profonda.

MASSIMO PEZZONI, POETA
Credo la piu bella e professionale intervista sia stata propio quella di Monica Pasero, la sua capacità di capire l’artista scavando nella sua sensibilità senza scalfirla ma facendone un ritratto completo e unico.

SERGIO SOZI, SCRITTORE, CRITICO LETTERARIO

Non accade molto spesso, in questi tempi, di poter colloquiare di letteratura con un giornalista che sia competente e rigoroso, ben documentato sugli aspetti biobibliografici dell’intervistato e perfino, direi, appassionato della materia in oggetto. Ebbene tutto questo ho potuto assodare nel corso della piacevole e stimolante conversazione che ho avuto con Monica Pasero sulla mia opera di scrittore

GIOVANNA FILECCIA, SCRITTRICE, EDITRICE

Una delle interviste più complete che ho rilasciato in questo periodo.

ALESSIO MIGLIETTA, POETA

Consiglierò il tuo lavoro senz’altro, e sono davvero entusiasta di questa intervista, credo la più bella ricevuta!

ANGELA CAVAZZUTI, SCRITTRICE

Un enorme GRAZIE alla bravissima Monica Pasero per la bellissima intervista sul mio universo da scrittrice.Con poche pennellate ha saputo dipingere un’immagine reale di me, come persona e come autrice.

MIRIAM DI NOTO, SCRITTRICE E DOCENTE

Ho avuto il piacere di rilasciare due interviste a Monica Passerò, riguardo al mio libro e alle mie esperienze di viaggio.Mi sono trovata davanti una professionista garbata e competente, capace di proporre domande profonde e ben calibrate.Ne è scaturito un dialogo piacevole e costruttivo, attraverso cui ho espresso pienamente il mio pensiero.

GIOVANNA DE VITA, SCRITTRICE

L’ Intervista ha saputo cogliere i tratti importanti del libro e la mia personalità. Le domande hanno messo in evidenza il lato umano e fragile del protagonista del racconto. Grazie


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