Quando il mondo appare oscuro la penna sa forviar la mente e donar al cuore le giuste emozioni.L’autrice di oggi, attiva in campo politico, sa colmare la durezza della realtà con la dolcezza e il trasporto di una mente fantasiosa e passionale che la porta a vivere forti emozioni, a esplorare nuovi mondi creati dal suo subconscio, dal suo desidero di evasione; un’anima delicata e determinata che con passione e costanza porta avanti la sua carriera e il suo impegno sociale.
Conosciamola meglio.
Milena Bonvissuto, classe 1973, fin da giovanissima avverte l’esigenza d’essere parte attiva della comunità, portando la sua voce, il suo contributo alla sua terra Licata, un impegno politico che porta avanti con costanza. Ha collaborato con diverse amministrazioni, attualmente è stata Presidente di un comitato civico. Nel 2011 è stata tra i fondatori di un movimento con l’obiettivo di monitorare il territorio, ricoprendo il ruolo di Vice-Presidente della regione Sicilia e rappresentante di Licata fino al 2015, ma oltre il suo contributo alla sua terra natia, ha un’altra grande passione: la scrittura, tantoché nel 1998 pubblica il suo primo romanzo: “La paura di rincasare” seguono: “Maria Regina senza regno” (2019), “Il principio di Benedetto” (2021) e recentemente “Suspira. Un bacio sospeso”. Non ultime le collaborazioni a quattro mani nel 2024 “Due anime ribelli” e “Fogli respiranti.” A breve tornerà in libreria con il suo nuovo romanzo: “Il segreto di Atene”. Alla scrittura unisce anche le sue competenze giornalistiche: è attiva in ambito culturale e collabora con diverse case editrici, radio e testate online. Da anni conduce programmi di diffusione letteraria. La sua attività di divulgazione include a oggi la presentazione live di circa 150 autori.
A Oltre scrittura ho il piacere di ospitare la scrittrice, Milena Bonvissuto.
Benvenuta Milena, come nasce il tuo interesse per la politica?
Questo amore nasce tra le mura del liceo, in un ambiente in cui la disciplina e le regole erano legge, ma dove, a volte, noi alunni non potevamo far sentire la nostra voce. Ricordo che un giorno, insieme ad altri rappresentanti, organizzammo l’occupazione dell’istituto – un evento senza precedenti. Certo, le conseguenze ci furono, ma da quell’episodio ho capito di poter fare la differenza. Credo sia stata la prima volta che sono finita sui giornali.
Quando si decide di occuparsi di politica, occorre approcciarsi in che modo? Più idealismo o raziocinio?
Al principio, non capivo bene in quale schieramento collocarmi, ed è per questo che ho sempre scelto le liste civiche. Non credo si possano separare l’idealismo dal raziocinio: la politica deve essere fatta prima di tutto di piccole cose, vedendo in primis le necessità del debole, di chi ha veramente bisogno, e solo dopo pensando alle grandi opere. Io amo la politica del ‘fare’ e non del ‘dire’, ed è anche per questo che per adesso sono in stand-by.” Occupandomi solo del quartiere.
Margaret Mead diceva: “Non dubitare mai che un piccolo gruppo di cittadini coscienziosi ed impegnati possa cambiare il mondo. In verità è l’unica cosa che è sempre accaduta”. Un tuo pensiero.
È una frase che condivido pienamente e che riassume la mia esperienza. La politica non si fa solo nei grandi palazzi, ma inizia da un piccolo gruppo di persone che innescano un cambiamento. L’occupazione del liceo ne è stata la prova: eravamo pochi, ma la nostra coscienza e il nostro impegno hanno creato un precedente. Mi ricorda che il cambiamento autentico è sempre un processo che parte dal basso, un’azione locale e mirata, e non un’imposizione dall’alto. È la vera essenza della politica civica.”
Licata, la tua terra natia, descrivila con tre parole.
Ah, Licata… per molto tempo l’ho vista come una gabbia da cui scappare, il limite di un orizzonte troppo stretto. Poi, un giorno, l’ho guardata con occhi diversi e ho visto chiaramente il suo enorme potenziale. Licata è come una bellissima donna, ricca di storia e fascino ineguagliabile, che però ha bisogno di essere curata e valorizzata. Non le serve un lifting superficiale, ma un progetto che ne esalti le bellezze naturali, i tesori Liberty e il suo mare, affinché possa splendere in tutto il suo potenziale.”
La scrittura è un’altra tua grande passione, a quale autore ti senti più affine?
Bella domanda. Più che un autore preferito in assoluto, amo scegliere la lettura in base al momento. Per la sua satira pungente e l’incredibile profondità con cui analizza le maschere dell’esistenza, mi sento molto vicina a Luigi Pirandello. Poi c’è Saffo, per la sua capacità di esplorare l’amore e le passioni umane con una lirica così pura e intensa, nonostante i secoli che ci separano. Infine, ammiro Jane Austen per la sua straordinaria tecnica narrativa, l’abilità di costruire personaggi complessi e di descrivere le dinamiche sociali con un’eleganza insuperabile.

Mi soffermo su uno dei tuoi libri: “Il Principio di Benedetto”. Il protagonista, Benedetto, ama ripetere: “Ogni cosa al suo posto e un posto per ogni cosa”. Qual è la reale chiave di lettura di questa sua espressione?
Ho scritto questo romanzo in un momento della mia vita in cui ero alla ricerca di risposte. Incontrando Benedetto e la sua storia, ho compreso che l’espressione ‘Ogni cosa al suo posto e un posto per ogni cosa’ non è solo un principio di ordine materiale. La vera chiave di lettura è interiore: significa che nella vita di ognuno, il destino ci pone nel posto giusto (ad esempio, nella nostra città, in un dato momento storico), ma spetta a noi trovare il nostro ‘posto di cambiamento’. In altre parole, dobbiamo accettare la cornice e poi definire il nostro ruolo attivo all’interno di essa.
“Suspira. Un bacio sospeso”, un altro tuo romanzo molto apprezzato, è ambientato negli anni’30, protagonista Ania, una scrittrice che intraprende un viaggio interiore attraverso una seduta psicologica. Quanto di te c’è in Ania?

Ania è la mia Ania! In lei c’è tutto di me e, forse, tutto della complessità umana. È una figura ricca di contraddizioni vitali: ha la forza di carattere che mi riconosco, ma anche le mie profonde debolezze e momenti di disperazione. Soprattutto, incarna una grande voglia di rivalsa, la spinta a emergere e cambiare la propria storia, ma lo fa sempre mantenendo un’etica ferrea, senza mai calpestare gli altri.
Di questa tua opera dicono: “Si tratta di un romanzo che appartiene al genere erotico ma la bravissima scrittrice è riuscita a scrivere le scene con estrema sensibilità e delicatezza”. E ti chiedo; nella narrativa erotica il confine tra l’eros e il volgare è molto sottile; come equilibrare il tutto?
Per scrivere questo romanzo ho dovuto riflettere a lungo. Mi è tornata in mente una frase che riassume il mio approccio: ‘Il vedo e non vedo è di una eleganza unica’. Ed è proprio in questo principio che ho cercato di fare la differenza e trovare l’equilibrio. Per me, l’eros è la percezione, il pensiero, l’attrazione, è come il fruscio di un vestito di seta che scivola sulla pelle, quasi a sentirne la leggerezza. Al contrario il volgare è il sottolineare e descrivere esplicitamente l’atto. Ho scelto di lavorare sulla suggestione e sulla sensorialità, non sulla mera descrizione fisica, ed è così che ho calibrato e raggiunto l’equilibrio.
Sei anche una poetessa, da poco è uscito in collaborazione con la scrittrice, Anna Valente, “Fogli traspiranti”. Tra le poetiche presenti quale potrebbe descriverti meglio?

Preferirei definirmi una persona che scrive versi. ‘Poetessa’ è un termine impegnativo. Le mie poesie nascono da momenti particolari, spesso intensi, a volte segnati dal dolore. Quindi, non c’è una singola poesia che mi ‘descriva’ interamente, ma c’è l’insieme della ‘fragilità’ che ne emerge. L’opera è un mosaico di emozioni e, più che identificarmi in un testo specifico, mi riconosco nella sincera onestà con cui quei fogli ‘traspiranti’ accolgono il mio vissuto più intimo.
Durante le interviste nei tuoi programmi live c’è stata una domanda che volevi fare e per varie ragioni non hai fatto? E se sì, quale?
Sai perché le persone che intervisto amano le mie dirette? Perché le nostre conversazioni diventano intime; gli ospiti riescono spesso a liberarsi completamente, dimenticando di trovarsi in un contesto d’intervista. Quel ‘grazie’ sussurrato dietro le quinte mi gratifica enormemente. È un riconoscimento del fatto che riesco a entrare in sintonia con loro, a intuire la loro vera essenza e, in qualche modo, a ‘leggere’ la loro scrittura interiore. Forse, in questo, avrò un dono.
Le tue recensioni su “L’ Epoca Culturale” sono molto apprezzate sia per la loro chiarezza sia perché colgono appieno il senso della narrazione. Da dove nasce questa tua sensibilità?
Non ho una vera spiegazione, se non l’intuizione. La mia sensibilità nasce dalla capacità di immedesimarmi a tal punto da percepire il pensiero profondo che l’artista desidera comunicare. È come se riuscissi a ‘sentire’ il senso ultimo della narrazione. Sono profondamente grata a L’Epoca Culturale perché, grazie a questo ruolo, a volte mi è concesso di regalare un po’ di felicità e visibilità a quegli autori che, pur avendo un grande valore, hanno ancora paura di farsi notare
A breve uscirà il tuo prossimo romanzo. ti va di svelarci qualcosa?
In verità saranno due: il primo sarà la “Storia di Atena” dove riesco a intersecare leggenda, valori e curiosità di ciò che non si vede e sarà pubblicata con Rupe Mutevole. L’altro è il prequel di Suspira e il tema è particolare: la circostanza.
Per chi volesse conoscere meglio Milena e le sue attività ecco alcuni link utili.








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