LA POESIA S’INSEGNA? TRATTO DAL MIO LIBRO: LO SAPEVI CHE? IO NO MA IL MIO CAPOREDATTORE Sì!
A questa domanda rispondo: la poesia non si insegna, ma si scrive. Ognuno di noi ingabbia sensazioni discordanti, spesso c’è talmente caos nel nostro sentire che solo i versi riportano l’ordine. La poesia è un affidarsi, un lasciarsi trasportare dai sensi… Ogni senso è parte integrante di un componimento: può aiutarci a comporre ciò che il nostro animo urla confusionario. Tutto attorno a noi ci parla: dal profumo dei fiori, al tepore del sole sulla pelle, al canto sereno degli uccellini fino al mirar un paesaggio; ogni nostro senso evoca sensazioni.
La sensibilità gioca un ruolo importante nel poetare, e tutti noi siamo dotati di sensibilità, seppur in alcuni sembra meno evidente: preferiscono sopprimere certe sensazioni che portano spesso a soffrire; la sensibilità nella vita è un’ arma a doppio taglio, e se da una parte ci aiuta a scrivere, a comporre, a essere più recettivi e empatici verso gli altri, dall’altra ci induce a ferirci; ma nella poetica esercita un potere assoluto: quando diamo spazio al nostro lato sensibile e lasciamo fluire quelle emozioni che, per tanti motivi, ristagnano per lungo tempo in noi: noi poetiamo.
Le poesie si colorano di amori mancati, di passioni finite o di ardori attesi, si vestono di tutte le più belle sfumature del vivere e anche nel dolore esse fanno da apertura affinché ciò che sta macerando nel nostro animo fluisca e nuova linfa rigeneri il nostro essere.
Ecco perché la poesia, quanto la scrittura in generale, sono davvero benefiche: valvole di sfogo creative che possono migliorare il nostro stato d’animo e a volte anche quello del lettore; e non occorre essere edotti, vincere premi su premi, menzioni d’onore, apprezzamenti della critica, cosa che oggi va di gran moda, ma che svaluta il vero intento della poesia: che non è un ostentare di parole messe in versi, ma un regalare parole, nate da momenti bui o gioiosi del nostro vivere.
E se nella narrativa l’interpretazione del testo è solo una, nella poesia spazia e nei suoi versi porta al lettore ciò che il suo animo ha bisogno di sentire in quel momento.
La poesia ha origini davvero lontanissime.
Pensa che la prima poetessa della Storia fu una sacerdotessa di nome Enheduanna, vissuta in Mesopotamia tra il 2285 e il 2250 a.C., i suoi componimenti, sia pure nei caratteri cuneiformi, testimoniano che l’essere umano, fin dall’ antichità, manifestò il suo bisogno di diffondere il suo stato d’animo in versi. (Trovate i suoi poemi, dalla Venezia editore.)
Un altro poeta, forse poco conosciuto, è William McGonagall, che venne definito il poeta più criticato al mondo. Dedicò i suoi versi a grandi eventi e tragedie di attualità, “ma venne fortemente criticato per l’uso maldestro della metrica, delle rime e metafore, l’incapacità di scandire correttamente i versi dei suoi componimenti: fattori che secondo molti contribuirebbero a rendere la sua poesia involontariamente umoristica e a renderlo più un comico da music-hall che un poeta”.
Secondo Tim Parks, la sua stilistica somiglia a una debole traduzione di una guida turistica in rima. Oggi McGonagall viene considerato una personalità di culto, è stato spesso citato nella cultura di massa e considerato da alcuni un anticipatore della performance.”
I tempi cambiano, prima non vali niente poi ci si ricrede… che vogliamo farci: va così da sempre.
Per cui possiamo concludere dicendo che la poesia è qualcosa che va ben oltre alle regole, che nel tempo le sono state affibbiate, ma è puramente una trasmutazione del nostro sentire in parole.
Per cui anche senza attestati o menzioni d’onore, scrivi lo stesso, lascia fluire ciò che hai dentro, non può che farti bene, e poco importa la metrica e tutte quelle “regole” imposte nella Poesia odierna. Perché ciò che conta davvero è lasciar fluire i pensieri e sentimenti.
Palazzeschi diceva: “Muoiono i poeti, ma non muore la poesia, perché la poesia è infinita come la vita.”
E io aggiungo e come tale va vissuta senza regole…
Trovate il mio libro a questo link








Lascia un commento