Edizioni Della Goccia
“Sento la terra franarmi sotto i piedi. Sono stato cieco e sordo. Ho sbagliato tutto. Il Diavolo esiste, ed è proprio qui, davanti a me”.
È nell’infanzia che si tempra il nostro carattere, che già si comprende la nostra vera natura… Bene e male se la contendono.
Sono gli esempi, i dolori vissuti a temprare quella parte predominante in noi, tanto da formare ciò che diventeremo.
E se è il male a prendere il sopravvento sarà lui stesso a plasmare il suo allievo fortificandolo, donandogli freddezza, crudeltà, avidità, scaltrezza, egocentrismo quanto basta, per diventare un suo valido subordinato.
Ed è proprio il male a fare da regia a questa narrazione, scaltro e imprevedibile s’insinuerà abilmente tra le pagine, confondendo il lettore…
L’autore ci conduce in una lunga indagine, un giro di droga e prostituzione scoperto a Milano negli anni ’90, dove giovani donne, molte minorenni, si concedevano a uomini altolocati. Un giro d’affari fruttuoso per Madame Claude: la donna misteriosa che dirigeva il tutto.
Anita, giornalista investigativa, ne viene a conoscenza grazie a Francesca una delle tante giovani escort coinvolte nel giro. Cerca di fare chiarezza, di scoprire chi è la misteriosa e introvabile Madame Claude, ma l’indagine si ferma per mancanza di prove.
A distanza di vent’anni, Anita deve fare i conti con il passato, con quel caso irrisolto che ora torna alla luce dopo la tragica morte di Francesca: lanciatasi dal balcone del condominio in cui viveva. Il senso di colpa e le mille domande tormentano Anita: ai tempi poteva fare qualcosa di più per lei? Sente che deve andare a fondo: si sarà realmente suicidata?
Qui la storia si sposta a Trieste, in una clinica universitaria, dove Ernesto De Santis, chirurgo, si districa tra l’eccellere innanzi agli occhi del suo Direttore, il carismatico barone universitario, Ascanio Riboldi, e essere presente per la moglie e il figlio. Una vita in corsa, suddivisa tra clinica e famiglia. L’imponente figura del Professore condiziona la vita di De Santis e mina la sua serenità familiare. Riboldi è un professionista serio, impeccabile, una vita dedita al lavoro e alla famiglia. Per De Santis è un maestro: il Maestro. Un punto di riferimento indispensabile. Intoccabile.
Una guida a cui non vuole rinunciare al di là dei suoi comportamenti non sempre corretti come la relazione extraconiugale con la sua segretaria personale, Laura Cossovich, segreto che De Santis custodisce da anni e che tace a tutela del suo mentore. L’attaccamento di Ernesto al Prof. Riboldi è sincero, complesso, quasi morboso. È qualcosa che va ben oltre al solo aspetto professionale.
La storia prenderà un risvolto inaspettato quando De Santis verrà informato della tragica morte di un suo paziente, il signor Gangemi, scoprendo che era il marito di Laura Cossovich la quale non ne aveva mai fatto parola…
Durante il funerale si presenterà uno dei personaggi più enigmatici della storia: Totò, un vecchio amico d’infanzia di Ernesto che rimarrà colpito nel rivederlo, dopo quasi quarant’anni, proprio in quella triste occasione.
Dopo una cena, per ricordare i vecchi tempi, De Santis si renderà conto che Totò non è più il ragazzino con cui giocava a nascondino: c’è un’ombra di mistero che lo circonda. Troppe cose non sono chiare proprio come l’improbabile incidente domestico che ha portato alla morte il marito della Cossovich.
De Santis inizierà a maturare dei dubbi, si confiderà con il suo caro amico Pierluigi Tonon, un informatico tuttofare. I due decideranno di indagare in modo informale per fare luce sulla tragica morte dell’uomo.
Man mano che raccoglieranno elementi e prove inaspettate, inizieranno a formulare ipotesi sulle vere cause della morte di Gangemi. Un sospetto, come un tarlo, si insinuerà nella mente di De Santis, portandolo a riflettere su ipotetici moventi e potenziali colpevoli, turbandolo nel profondo e spingendolo a cercare la verità. Una verità, che inconsciamente teme, ma il suo senso di giustizia lo spinge a non fermarsi ed è qui che le vite di Anita Sierna e Ernesto De Santis, per varie vicissitudini, s’intrecceranno. Tra loro ci sarà subito una grande intesa. Sarà nuovamente “il diavolo” o chi per lui a sceneggiare il seguito…
Ma, “che ci fa un chirurgo vestito come un ladro di quartiere alle due del pomeriggio in una cittadina sconosciuta a caccia di un serial killer con un’ex giornalista investigativa incappucciata che non si ferma davanti a niente?”.
Questo dovrete scoprirlo voi…
Io posso solo dirvi che mi sono divertita a leggere questo libro: ci sono tratti della storia divertenti, ironici, dove l’autore sicuramente ha preso spunto dalla sua esperienza diretta come Medico, alternati a momenti di riflessione su ciò che davvero conta nella vita.
Solitamente quando ci si addentra in un volume di oltre le 500 pagine c’è il rischio di ritrovarsi in una narrazione ripetitiva e noiosa, ricca di quel superfluo che non arricchisce la storia, ma stanca il lettore. Ma non è questo il caso! In questo libro di 541 pagine la noia non esiste! Sorrentino è un abile narratore che sa dosare momenti drammatici ad altri spiritosi.
La lettura è fluida proprio come i dialoghi ben congeniati, mai monotoni e molto spesso divertenti. Le scene sono descritte egregiamente, l’autore sa trasformare le parole in immagini, innanzi a noi scorre un avvincente film.
Sa intrattenere, sa portare il lettore a vivere in prima persona ciò che lui narra. Bravo a fuorviarlo, metterlo su piste sbagliate, e sorprenderlo con imprevisti colpi di scena.
Non sono mai stata una grande appassionata di questo genere di lettura, ma in questo caso l’autore mi ha portato nel suo mondo, nella sua indagine, facendomi vivere in prima persona le dinamiche dei suoi protagonisti.
Una narrazione che ti lascia incollata dalla prima all’ultima pagina e poi… “E quando pensi sia finita, è proprio allora che comincia la salita, che fantastica storia è la vita…”
Un libro che ho ultimato a malincuore, perché mi ha tenuto davvero compagnia, mi ha appassionata, incuriosita e questo è merito dell’abile penna dell’autore.
“Un buon scrittore deve avere la capacità di portare il lettore a divenire un tutt’uno con la storia”.
Paolo A. Sorrentino ci riesce!
Lettura consigliata.
Monica Pasero








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