Emanuele Martinuzzi e il suo cammino poetico

Gli animi più sensibili sono spesso portati ad esplorare il mondo artistico, a rifugiarsi nei luoghi dove sono i moti del cuore, i sentimenti inespressi a parlare… luoghi in cui la penna si anima e lascia su carta impronte delle loro fragilità, momenti intimi che spesso richiudono in un cassetto, nascondendoli dagli occhi curiosi e le lingue spesso poco benevole di questa nostra società non sempre in grado di apprezzare la sensibilità poetica. 

L’ospite di oggi per molto tempo ha preferito tenere il suo talento, il suo comporre lontano dal mondo, fino a che ha deciso di voler far parte anche lui di quel mondo letterario che tanto lo affascinava e, a piccoli passi, ha trovato il suo posto. Oggi comprende bene il valore del suo percorso culturale che lo ha portato a grandi risultati; la sua poetica è amata e apprezzata nel panorama letterario italiano.

Per lui la scrittura: “è sempre un mondo di sogno, vissuto in modo viscerale e intimistico, che fosse letto o meno non aveva importanza, che avesse riconoscimenti neanche, la scrittura rappresentava e rappresenta una forma di preghiera mistica, una ribellione e una ricerca personale; un modo di viaggiare lontano dal mondo consueto, una inconsapevole terapia al male di vivere”. Un amore puro, senza secondi fini, quello che lega Emanuele Martinuzzi alla sua amata Poesia. 

Ma conosciamolo meglio: Emanuele Martinuzzi è nato a Prato, dove vive. Laureato a Firenze in filosofia, scrive recensioni per Teatrionline, il portale del teatro italiano. È tra i primi firmatari del Metateismo, movimento artistico e culturale costituito a Milano nel 2012. Inizia a pubblicare nel 2010 da allora ottiene grandi riconoscimenti, tra tutti ricordo il primo posto al Premio Letterario Internazionale “Il Sigillo”, il diploma di Ambasciatore Letterario per la Dante, con la raccolta “Notturna gloria” edita da Robin edizioni, nel 2023, successivamente nel 2025 ha ottenuto il Premio della Giuria e come Finalista al Premio l’Alloro di Dante organizzato da Rinascimento poetico e dal Centro Dantesco dei Frati Minori di Ravenna.  Sempre a marzo 2025 è stato nominato Dirigente Responsabile Regionale Unione di Centro settore Cultura. Ad aprile 2025 è stato inserito come Cittadino della Repubblica dei Poeti sull’enciclopedia Wikipoesia.  (Per saperne di più leggete il suo Profilo D’autore.)

Innanzitutto, grazie di essere qui; inizi a scrivere poesie giovanissimo, ma chi o cosa ti ha portato ad appassionarti alla poetica?

Non saprei dire con certezza chi o che cosa. Sicuramente sono quegli incontri che hanno a che fare più con la provvidenza o la vocazione, che non con una scelta personale ragionata. Dico sempre che il teatro che avevo fatto da bambino è stato la mia personale anticamera alla poesia, ma credo sia un voler razionalizzare qualcosa che non lo può essere. Proveniamo tutti nel nostro animo dalla fonte primigenia della poesia e quindi teoricamente tutti siamo legati a lei in modo misterioso e sottile. Il fatto di poterla apprezzare nella vita, leggerla o scriverla o viverla, è un qualcosa di inesplicabile, frutto di un ambiente culturale, di esperienze che ti possono preparare e arricchire, ma che alla fin fine non riescono a dare ragione di questo mistico legame con la vita, che incarna la poesia. Credo sia più vicina al senso del dono o della grazia, che altro nella sua essenza. Un amore, una passione e un talento che ti accompagna nel tuo cammino. Poi ovviamente matura e viene coltivata dallo studio, dal confronto e dalle letture e condivisioni, ma nel suo nocciolo non si può spiegare, è un amore universale che si esprime con la parola, ma che non ha un oggetto o un soggetto particolare di riferimento.

Hai avuto una sorta di timore nel condividere i tuoi versi tantoché solo molti decenni dopo giungi alla decisione di pubblicare la tua prima opera. Cosa ti spaventava di più del giudizio altrui? Cosa ti ha spinto a liberarti dalle tue paure?

Per molti anni ho custodito questa mia passione e questo mio intimo amore come un tesoro così prezioso che non aveva bisogno dell’approvazione degli altri o che doveva essere protetto dal cinismo e dalla banalizzazione, che gioco forza molto spesso proviene dai gruppi di persone, che ragionano in massa e non liberamente. Trovavo molto più stimolante conversare con i miei cari maestri del passato leggendo i loro libri, meditando sui loro scritti ed emozionandomi dei loro messaggi di antica sapienza. Certo a un certo punto della mia vita ho sentito l’esigenza di osare altro, ho incominciato ad avvertire questa mia libertà come un limite e soprattutto volevo superare le mie paure di persona introversa, sensibile e riflessiva, provando a confrontarmi con l’opinione pubblica, imparando da questo aprirsi, che a volte può essere doloroso, anche se istruttivo. All’inizio per dire avevo molta paura perfino a leggere in pubblico o parlare di scrittura e poesia, è stata una sfida con me stesso, che ha aperto altre sfide sempre più articolate e stimolanti, per conoscere anche la realtà frammentata della nostra società culturale e la realtà frammentata del mio animo. Certo mettersi a nudo di fronte agli altri non è sempre così semplice e privo di percorsi accidentati. C’è sempre il rischio di non essere compresi, o derisi, o avversati, o non accolti, questo è uno stimolo e un impedimento per la propria libertà creativa e intellettuale, il peso che può avere il giudizio o il pregiudizio degli altri su quello che uno pensa e sente, peso che bisogna riuscire a portare come nel mito di Sisifo per preservare e allenare il proprio libero pensiero. Però come scriveva la Szymborska: “preferisco il ridicolo di scrivere poesie, al ridicolo di non scriverne”. Bisogna mettere in conto nello scrivere poesie oggi di gettare a volte semi avvolti da quell’aura introspettiva e spirituale in un mondo però materialistico e disincantato, quindi nessuno sa bene la reazione che questo può comportare, però chi ha fede nella poesia e nella bellezza oserà sempre di gettare semi di poesia anche in terreni apparentemente aridi. Fatta questa premessa critica non sarei onesto con me stesso se non dicessi e riconoscessi che grazie alla poesia e al fatto di aver iniziato a pubblicare, leggere poesie, scrivere articoli, partecipare a concorsi, ho avuto modo di ricevere riconoscimenti e gratificazioni che sono andati davvero molto al di là di qualsiasi mia rosea aspettativa. Oltre ad aver superato o cercato di superare e migliorare certe mie fragilità e limitazioni la poesia mi ha dimostrato che quelle fragilità erano forme di ricchezza e doni da poter spendere e spandere, talenti in potenza che aspettavano di essere recepiti e valorizzati e apprezzati dagli altri. Mai smettere di andare avanti anche quando i propri piedi di argilla si confondono col cammino, mai smettere di rimanere in attesa della poesia anche quando si avverte intorno solo distacco.

Da allora hai pubblicato molte raccolte poetiche che hanno ottenuto importanti riconoscimenti nel panorama letterario italiano. Quale tra le tue pubblicazioni ti senti più legato, oggi, in questo periodo della tua vita?

Ognuna di queste raccolte ha significato molto e qualcosa che rappresentava un sentire di quel momento, sono in qualche modo figli ed ognuno ha un valore imprescindibile. Detto questo la raccolta che credo oltre ad avermi dato più gratificazioni, riconoscimenti ed aperto molte possibilità, è stata ed è “notturna gloria”. Questo non solo ripensando ai premi o cose del genere, ma in effetti la sua stesura in un momento particolare della mia interiorità, svuotata e abbandonata, alla ricerca di un senso tra le ombre, le macerie e le crepe del proprio essere, credo abbia anche in qualche modo sigillato un punto fermo nel mio viaggio poetico, punto che anche nel suo perdersi inevitabile sarà proprio per questo fondamentale. Queste poesie hanno rispecchiato e rispecchiano in modo misterioso molte vicende della mia vita, della mia famiglia, molte scelte, speranze, attese, delusioni, sono utopie non-luoghi che hanno saputo incarnare il mio senso di ricerca, la mia rassegnazione, che hanno anticipato certi deserti vissuti nel cuore o nelle tragedie della pandemia e della storia, sono state una benedizione e una maledizione nel rappresentarmi e spero anche nel rappresentare i viaggi negli inferi e le possibili risalite e ricostruzioni che sperimentiamo tutti nella vita.  

Se potessi descrivere chi sei in poesia quale, tra quelle composte negli anni, reciteresti?

Senza pensarci troppo mi viene in mente di getto la poesia “un bivio” contenuta nella raccolta “l’oltre quotidiano – liriche d’amore”, finalista al Premio Camaiore anni fa, che così recita: un bivio la tua bocca/mentre mi pronuncia/ossimoro e plenilunio/a nostalgie di futuro. Una poesia ambivalente che ha più significati. Può essere letta come un ultimo messaggio a un amore finito che nel suo allontanarsi allontana da te anche le possibilità di un futuro insieme con tutto quello che questo può significare, nel bene e nel male. Può essere anche letta come un messaggio del poeta verso le muse e la poesia, un messaggio di amore ma anche di arrendevolezza alla forza dell’ispirazione che coinvolge non solo la vita di un verso ma anche la vita del poeta stesso e il suo futuro, irrealizzabile o sofferto a volte. Infine può essere interpretata come un messaggio di un uomo con la sua debolezza, le sue speranze, le sue domande, di fronte ai meccanismi a volte perversi e più grandi di lui della storia, che possono traviare, spezzare o comunque modificare il suo futuro per sempre. In questo senso credo che rispecchi chi sono, un uomo semplice, ingenuo, con molti dubbi, sentimenti irrisolti, in balia delle tempeste del cuore, del destino e del mistero, che cerca di trattenere e sperare sempre in un senso che possa aprirgli la strada di un domani che mai arriva e di una nostalgia dolce, con cui costruire ancora una volta una poesia, da dedicare a ciò che si è amato, si ama e si amerà, nonostante tutto.

Proprio l’aprirti alla poesia e alle conseguenti esperienze come reading poetici, presentazioni condivisioni culturali ti hanno portato a far parte di un particolare progetto chiamato parole di pietra. Di cosa si tratta?

Parole di pietra è un progetto ideato e organizzato dalla poetessa e medico Sabina Perri, che vede scolpite su pietra serena frasi di personaggi di cultura, scrittori, artisti famosi e anche minori, locali, e affisse in mostra permanente nei territori della Sambuca Pistoiese, Fiumalbo, Porretta Terme, Riolunato, con il patrocinio delle amministrazioni locali e su cui è stato pubblicato dalla Regione Toscana anche un libro, dal titolo “Parole di Pietra. Un ponte sull’Appennino Tosco-emiliano”. Tra i vari personaggi ci sono nomi come Francesco Guccini, Dacia Maraini, Mogol, Eugenio Giani, Paolo Fresu, Vittorio Sgarbi, Vasco Rossi, Nicola Piovani, Franco Battiato, Simone Cristicchi, Ezio Bosso, Sua Santità Papa Francesco, il Dalai Lama e tanti altri. Assieme a questi grandi personaggi ci sono anche molti scrittori, poeti, artisti meno conosciuti, locali, tra cui io, che sono stato coinvolto dalla adesso amica Sabina Perri e che ho avuto così modo di partecipare appunto con la mia poesia “un bivio”, di cui parlavamo prima, scolpita e affissa in mostra permanente nel bellissimo borgo di Torri nel territorio della Sambuca Pistoiese. Una grande emozione sapere che immersa nella natura, c’è una pietra, con incise le parole di una mia poesia, a cui tengo molto e che spero possa allietare, emozionare e far pensare i pellegrini, visitatori, viaggiatori di quei bellissimi monti. Orazio diceva che con la sua poesia di aver eretto un monumento più duraturo del bronzo, non posso dire lo stesso, ma alcune miei versi sono scritti nella pietra, mi sembra una bellissima testimonianza per valorizzare il territorio, gettare ponti di dialogo e incontri tra poesia e natura. Una parte di me, che non rivivrò più, che ho trascritto nelle poesie, proviene da quei boschi dell’appennino, da ricordi e vicissitudini, ed è molto bello ed emozionante per me sapere che vi abiterà incisa sulla pietra, scossa a nuova vita ogni volta dal vento e dagli sguardi.

Molte delle tue opere hanno ottenuto importanti riconoscimenti; nel 2023 hai ottenuto il primo posto al Premio Letterario Internazionale “Il Sigillo”, il diploma di Ambasciatore Letterario per la Dante, con la raccolta “Notturna gloria” edita da Robin edizioni. Cosa ha significato per te questo prestigioso riconoscimento?

La poesia, il simbolo e la figura di Dante mi hanno accompagnato da tutta una vita, anche in modo misterioso e sottile. Quando ero piccolo e iniziai a scrivere sonetti e li leggevo divertito a mia mamma, lei scherzosamente mi diceva: “ma che sei figliolo di Dante?”. Questo solo per raccontare un aneddoto leggero, senza pretese, che ricordo con un sorriso. Poi ovviamente l’ho ritrovato, studiato e meditato negli anni universitari, la sua leggenda e il suo universo poetico, per me che ho sempre amato e ammirato la cultura medioevale, sono stati un punto di riferimento imprescindibile. Inoltre da Toscano, essendo nato e abitando vicino Firenze, la sua travagliata storia di incomprensione ed esilio hanno reso affascinante e un esempio di amore assoluto per la poesia, un monumento universale, che ha portato la sua luce in tutto il mondo, nonostante le difficoltà politiche della sua vita. Quindi proprio a coronamento dei miei trent’anni di amore e dedizione per la scrittura, ho ottenuto il Sigillo di Dante come Ambasciatore Letterario per la Società Dante Alighieri premiato dal Comitato di Sarzana, il più antico di tutta Italia con una bellissima e illustre storia di divulgazione, studio e preservazione dell’opera Dantesca. Con queste premesse e altre vicissitudini legate al mondo Dantesco, essendo anche socio da molti anni del Museo Casa di Dante di Firenze, quando poi successivamente ho ricevuto la notizia di essere stato pluripremiato al premio l’Alloro di Dante di Ravenna da Rinascimento poetico e dal Centro Dantesco dei Frati Minori, non potete immaginare il mio stupore e la mia gioia. Questi bellissimi riconoscimenti in qualche modo sono andati in secondo piano quando ho messo piede nella bellissima Sarzana, dove un atto notarile attesta il passaggio del Sommo Poeta in quel borgo pieno di grazia e storia, così nella bellissima Ravenna e soprattutto nella Zona del Silenzio, un’area del centro storico di Ravenna dedicata al ricordo e al rispetto della memoria del Sommo Poeta Dante Alighieri. Lì ho ancora una volta vissuto sentimenti profondi e indescrivibili. Per chi ama la poesia rendere omaggio alla Tomba di Dante è un’esperienza doverosa, mi vengono ancora i brividi a ripensare a quei momenti, pieni di commozione e rapimento, per immenso rispetto e riconoscenza verso il Sommo Poeta ho fatto spontaneamente una cosa forse per molti stravagante o incomprensibile, dopo aver tributato il silenzio che conviene a chi visita comunque una tomba, ho inchinato la testa tre volte, una per ogni cantica della Divina Commedia, sono stati i miei tre grazie al genio letterario che si manifesta nei suoi versi immortali. Lo stesso anche essere incoronato, certo simbolicamente, con l’Alloro che Dante non ebbe mai in vita, nella stessa Basilica di San Francesco dove egli andava a pregare e meditare e dove molto probabilmente è stato ispirato per la stesura del Paradiso, credo non ci siano parole per descrivere l’onore e la gioia, che un semplice amante della poesia possa provare nel vivere esperienze così uniche in un luogo bellissimo per arte e storia, magico da un certo punto di vista. Quindi si potrebbe dire che una parte fondamentale di questi premi legati alla immensa figura Dantesca sia stato proprio vivere con emozione e commozione i luoghi calorosi del suo esilio e la ricchezza che trasuda da ogni edificio, opera d’arte, albero o perfino scorcio che ancora ti parla di Dante. Alla fine i riconoscimenti più importanti sono quelli che ti insegnano e ti spronano a continuare questo bellissimo viaggio nella poesia, ti fanno sentire eterno allievo della vita e della letteratura di questi classici, ti fanno rispecchiare i tuoi sentimenti e il tuo vissuto nelle loro storie senza tempo, perché la poesia è universale e quindi lega tutti gli esseri, ci fa aprire al mistero delle cose e alla bellezza dell’ispirazione.

Nel 2024 pubblichi la tua nuova raccolta: “intarsi”, edita da Robin edizioni, che ha ottenuto la Menzione d’Onore al Premio Internazionale di Arte Letteraria “la Via dei Libri”. Due parole sue questa tua nuova opera.

Intarsi è una raccolta di componimenti poetici scritti in terzine, illustrata con le bellissime e surreali opere pittoriche di Andrea Bassani e liberamente ispirata ai Sonetti de’ mesi, scritti in volgare toscano nei primi due decenni del Trecento, da Folgóre da San Gimignano. Mentre le poesie di questa illustre opera, che rappresenta le origini della nostra letteratura italiana, rientrano nel genere del plazer, ossia un elenco mese per mese delle cose piacevoli, in ambito laico e mondano, che possono allietare una vita vissuta in un’epoca, prima della modernità, a contatto con la natura e con le gioie più dirette dell’esistenza, timidamente e con la leggerezza di una pioggerellina primaverile o autunnale, nella raccolta intarsi si contrappongono invece tutte le contraddizioni, i dissidi e i sentimenti taciuti dell’uomo contemporaneo, di una vita in cui mondi naturali e artificiali si scambiano e confondono, in cui la dimensione del sogno e della realtà sfuma l’una nell’altra, in cui le gioie terrene e i sacrifici spirituali sono protesi alla ricerca di un assoluto o dispersi in tanti interrogativi e emozioni che abitano al di là delle parole. Lo stile della poesia comico-realistica dell’opera di Folgóre da San Gimignano fa da contraltare sublime rispetto al lirismo irreale dei componimenti di questi intarsi, composti da frammenti irregolari, visioni discordanti, che si accomunano e assemblano per comunicare una suggestione interiore, un’illuminazione imperfetta e rarefatta, che però sa costruire un anno in poesia, stagione dopo stagione, mese dopo mese. Ho sempre amato, letto e studiato fin dai tempi dell’università e ancora prima la poesia medioevale, però la figura di Folgóre era passata un po’ in sordina ai miei occhi rispetto ai rappresentanti del Dolce Stil Novo, ovviamente Dante, la scuola siciliana, i trobadori e altri personaggi anche nella poesia comica- realistica come Cecco Angiolieri, Poi mi sono imbattuto di nuovo nella lettura delle opere di Folgóre e sono rimasto affascinato dalla figura di questo nobile e borghese cavaliere decaduto, che in questi mesi ricrea e vagheggia con nostalgia tempi andati e vissuti nella nobiltà d’animo, nei piacere più diretti e in armonia con la natura, e nella convivialità e gentilezza tra le persone. Quindi alla luce di questa interpretazione mi è venuto spontaneo volevo innestare i miei intarsi, più contemporanei e simbolici e imperfetti, nella sensibilità nobile, antica e universale, che in eterno vive nei sonetti dei mesi di Folgóre, sperando abbia saputo costruire un viaggio tra i colori, le emozioni e il fluire del tempo, che possa donare al lettore mondi e prospettive inaspettati e leggiadri.

Ho letto in una tua recente intervista che stai riscoprendo la bellezza dello “scrivere per te stesso”, come facevi all’inizio, senza per forza il bisogno di pubblicare. Quale sono state le motivazioni di questa tua decisione?

Si scrive sempre per sé stessi nella libertà e per gli altri nel dono e se in modo autentico si attende l’ispirazione non può esserci artificio o convenzionalità o manierismo. Però ho notato che da quando edito le mie opere, partecipo alla vita pubblica della cultura a mio modo e mi interfaccio con gli altri e le loro sensibilità e aspettative c’è sempre la possibilità e il rischio, che ho visto accadere ad altre persone, forse a loro insaputa, di scrivere adeguandosi a un certo orizzonte culturale, a certe tematiche, a un certo sentire che molto spesso può diventare una gabbia per la libera espressività, per la sperimentazione e per la custodia dell’originalità, perché nella scrittura siamo sempre sull’orlo tra lo slancio verso la libertà e la ricerca del consenso, tra la solitudine come debolezza e l’indipendenza come forma di forza intellettuale, per parafrasare Pasolini. Quindi credo sia importante preservare quel senso di libertà e inattualità nella propria scrittura che permette di sorvolare quella naturale tendenza all’omologazione nei contenuti e al conformismo nella forma che può far diventare la scrittura una produzione in serie e non la testimonianza di un’unicità. E per farlo personalmente cerco di rivivere quel senso di abbandono e assoluta libertà che avevo quando la mia scrittura era solo mia e la mia ricerca, assurda, senza senso, giocosa, tragica, era fondamentale, uno specchio dei miei mondi invisibili, dispersi tra le nuvole. Oltretutto come disse Woody Allen: “il pubblico vuole vedere sempre gli stessi film: bisogna deluderlo, sennò non si farebbe nulla di interessante nell’arte.”

Cosa ne pensi delle scuole di Poesia?

Dipende cosa si intende per scuole di Poesia. Se si intende una scuola o un corso di scrittura che mira ad affinare e migliorare certe predisposizioni naturali e conoscenze acquisite e altre da acquisire, allora penso che sia una cosa positiva e anche interessante. In generale credo però che la scrittura si possa e si debba insegnare o approfondire, ma la Poesia nel senso più profondo e autentico del termine non si insegna, perché chi aspira a scrivere poesie non si accontenta di poter diventare un manierista del poetare o un versificatore standardizzato, chi ama la poesia si intende come un eterno allievo della vita e soprattutto della poesia, mai sognerebbe di poterla insegnare a qualcuno, si può tramandare, condividere, preservare e custodire, non è qualcosa di riproducibile in serie, o un passatempo, almeno da come credo si possa evincere questa sia la mia personale considerazione della Poesia. Non so cosa sia, mi affido al suo mistero ed è per questo che la rispetto e nel silenzio cerco di ascoltare, è ciò che di spirituale e onirico rimane nel mondo contemporaneo, la sua inutilità e unicità la rende nobile nella forma e aristocratica nel pensiero, un volo che cerca sempre di planare sopra le bassezze e il nichilismo e il disincanto di ciò che spesso si propone come cultura. Un residuo del sacro perduto, un qualcosa di inestimabile valore e per questo invendibile, spesso senza mercato, al di là della domanda e dell’offerta perché non è un mero commercio di cose o merci o oggetti intellettuali, nella Poesia le emozioni, i pensieri, le sofferenze e le gioie sono simulacri di un qualcosa di ancora miracoloso, che si nasconde nel simbolico e manifesta per cenni e squarci nel velo di Maya dei nostri giorni.

Jean Cocteau diceva: “So che la poesia è indispensabile, ma non saprei dire per cosa”. Per te per cosa è indispensabile?

Per me la poesia in generale e nella mia vita particolare ha significato una salvezza e non lo dico in modo solo metaforico, ma esistenziale nel vero senso della parola. Mi rendo conto sia un’affermazione che ha bisogno di avere conferme anche per me stesso, non so bene decifrarla e non posso raccontare ogni sfumatura o evento personale che la rende vera e reale, ma è così. Nella sua apparente inutilità, nel suo essere astratta teorica lontana dalla vita di tutti i giorni, sa essere misteriosamente indispensabile nell’aprire la vita a molteplici significati, nell’arricchire il tempo che passa di prospettive nuove o antichissime, quello che si vive ammesso lo si viva davvero non è più lo stesso sogno una volta incontrata la poesia. Questa sembrerebbe un discorso utopico, ma in realtà il principio del desiderio non entra in contraddizione con il principio di realtà nel fenomeno della poesia, perché è la poesia stessa a creare il reale, è la parola poetica l’atto creativo ontologico e simbolico con cui il mondo proprio, ma anche altrui, nel caso della grande poesia che fonda le civiltà e le culture, si veda ancora una volta il genio Dantesco in questo senso, pone in essere la parola che diventa vita. Certo chi vive con la testa tra le nuvole prima o poi potrebbe cadere da molto in alto e farsi male una volta arrivato sul terreno, ma nel caso di chi scrive poesie ogni caduta è un volo, e anche l’ultima caduta è l’ultimo atto teatrale di un sogno, un passaggio da una forma a un’altra, ancora una volta, all’ombra della luce della poesia e del suo silenzio, che tutto abbraccia e comprende.

Se potessi viaggiare nel tempo e conoscere un poeta chi sarebbe e cosa gli chiederesti?

In un certo senso figurato ho fatto già molte volte questo viaggio sfogliando i libri dei grandi autori di poesia del passato e nella mia lettura c’era in embrione molte domande che si sono palesate poi nella scrittura e nella mia vita di tutti i giorni. Quindi i poeti con cui ho conversato e converso sono molti. Però se la fantasia dovesse diventare reale come nel film ritorno al futuro tornerei indietro nel tempo con la mia DeLorean fin nel medioevo per poter conoscere, parlare e seguire nel suo esilio il Sommo Poeta Dante. Avrei tantissime domande da fargli ovviamente, ma la cosa che più mi incuriosisce sarebbe vedere com’è stare vicino a uno dei più grandi poeti e geni di tutti i tempi, magari sarebbe disarmante scoprirne la semplicità nei modi, lo sguardo brillante e cristallino, magari alcuni modi di fare buffi e informali, scoprire come diceva Leopardi che: “è curioso a vedere che quasi tutti gli uomini che valgono molto, hanno le maniere semplici; e che quasi sempre le maniere semplici sono prese per indizio di poco valore”.

 Progetti futuri?

Molti, troppi, nessuno alla fine. Faccio molte cose, ma non ne progetto neanche una. Scrivo quando vengo toccato da un’idea e quando arriva l’ispirazione nei ritagli fondamentali della vita che scorre senza colore a volte. Ho in sospeso un poema liberamente ispirato dai Vangeli, una raccolta di prossima pubblicazione, altre due ancora da finire con stili diversi l’una dall’altra, una raccolta di racconti, una raccolta di pensieri e aforismi, recensioni, interviste, articoli e saggi brevi, annotazioni da sviluppare, un diario forse. Si continua il cammino senza bussola né le stelle a farci da guida, solo una tenue speranza che le parole che si credono poesia lo siano davvero e ci comunichino qualcosa di speciale e misterioso, delicato per il nostro sensibile cuore e prezioso per la nostra fragile anima.

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Articoli

Gli artisti e gli autori che ho intervistato, dicono di me

FRANCESCA GHEZZANI, GIORNALISTA

Prepararsi prima di un’intervista studiando i minimi dettagli e saper scavare nelle persone senza essere invadente è un’arte non di tutti. Monica Pasero ha dimostrato di possederla. Grazie davvero per il tempo che mi ha dedicato.

Giosuè Forleo, scrittore e poeta.

Ho conosciuto Monica Pasero per caso e mi è piaciuta fin da subito; infatti l’ho scelta per recensire alcune poesie del mio ultimo libro, “Piuma bianca”. Monica è una giornalista e critica letteraria sempre disponibile, che si distingue per la sua eccellenza, originalità letteraria e cura nella realizzazione grafica. Le sue interviste e recensioni sono sempre caratterizzate da una grande profondità e sensibilità, che le permettono di cogliere l’essenza delle opere e degli autori che tratta. Ha una grande capacità nell’instaurare un contatto empatico con gli autori, capacità davvero rara e che le permette di ottenere risposte profonde e sincere. La sua scrittura è elegante e raffinata, rendendo piacevole la lettura dei suoi articoli su svariati argomenti. È una professionista che unisce esperienza, competenza e sensibilità, rendendola una delle migliori nel suo campo. Se siete alla ricerca di una critica letteraria con un blog che vi offra una visione profonda e stimolante delle opere e degli autori, Monica Pasero è la scelta ideale per la sua originalità di scrittura.

FREDERIK MC. MARK, SCRITTORE

Sono molto contento di aver conosciuto Monica e di averle fatto recensire il mio romanzo Kora: La pietra di Artfis. Un fantasy ricco di storie e misteri. Leggendolo, Monica è riuscita a cogliere l’essenza della storia, il che dimostra quanto sia preparata e sensibile nel percepire le emozioni. Grazie di cuore Monica, alla prossima

LEONARDO MANETTI, POETA

Monica è una persona molto attenta e professionale nel suo lavoro. Inoltre è molto gentile e disponibile. È la persona giusta sulla quale potete fare affidamento. La consiglio vivamente.

SERGIO CAMELLINI, POETA

Questa brillante recensione arricchisce davvero, poche volte ho trovato letterati capaci di entrare nell’animo con tanta delicatezza. A Monica Pasero, porgo i sensi della mia più profonda stima.

DANIELE OSSOLA, SCRITTORE

Ho conosciuto Monica attraverso un Concorso Letterario a Torino cui avevo partecipato.

Si è instaurato un rapporto culturale basato su dolcezza, gentilezza e profondità di emozioni.

La professionalità con la quale ha condotto l’intervista, avendone già realizzate diverse nella mia carriera di autore, posso quindi affermare che è unica in quanto ha scavato nel mio intimo per far emergere i fatti salienti della mia attività non solo di scrittore.

Non posso che rinnovare i miei complimenti!!!   

EDOARDO DE ANGELIS, CANTAUTORE

Nel variegato mondo attuale della comunicazione troviamo una tale quantità di organi e operatori, piccoli e grandi, più o meno efficaci, più o meno credibili … un bosco, una foresta nella quale è difficile trovare il sentiero giusto. Per questo motivo è importante affidarsi alle esperienze positive già vissute da altri. A questo proposito mi sento di suggerire un blog che si occupa principalmente di scrittura, con grande professionalità, garbo, sensibilità. Lo dirige Monica Pasero, e si chiama con un bellissimo nome: OLTRESCRITTURA. E’ vero, Monica e il suo blog vanno oltre la scrittura, sanno offrire, nella comunicazione quel passo in più di profondità, attenzione, interesse, che fanno la differenza … OLTRESCRITTURA, appunto” – Edoardo De Angelis – Il Cantautore Necessario

EUGENIO PATTACINI, SCRITTORE

Quando ci si avvicina al mondo delle interviste in campo letterario ci sono tre aspetti fondamentali e, quasi mai, si incontrano controparti efficaci su tutti e tre. Si parla di competenza e conoscenza del settore utili a impostare domande efficaci e ben articolare utili a conoscere l’autore ma anche a capire, non tanto cosa dica l’opera, ma dove può accompagnare il lettore. Poi c’è il contatto empatico che io ho misurato sia nel suo raro modo di approcciare ma anche condividendo spazi in salotti letterari. Il terzo punto è la realizzazione grafica perchè anche le migliori frasi, se calate in una impostazione raffazzonata, perdono valore. Monica invece caratterizza ogni sua intervista con l’eleganza dell’impostazione. Personalmente per questo aspetto leggerei suoi articoli anche su argomenti che assolutamente non mi appartengono. È bello quando si trova una controparte che mostri alto livello in uno di questi aspetti. Raro su due. Monica, per fortuna di chi la incontra, eccelle in tutti e tre.

MARCO PETRUZZELLA, POETA

Ho conosciuto Monica Pasero un po’ per caso trovandomi nella confusione e dispersione mentale e pratica tipica dell’esordiente. Ho pubblicato da poco per cui sono a digiuno sulle dinamiche della “critica” e della diffusione promozionale delle opere ma soprattutto degli autori. Una cosa, però, credo di averla compresa bene: ciò che conta nel rapporto col gli editori, con le agenzie o con gli editor o realizzatori di recensioni o interviste come Monica, è il rispetto, la cura e l’attenzione che questi hanno nei confronti dei testi, degli autori e delle loro biografie. Ecco con Monica ho provato la gioia e la soddisfazione, oltre di trovarmi al cospetto di una grande professionalità, di avere come interlocutore una persona sinceramente appassionata alla letteratura e alle dinamiche pagina/autore. Auguro ad ogni autore, esordiente o meno, di incontrare Monica Pasero per sentirsi meno solo in questo mondo affascinante ma complicato.

CLAUDE MOSCHELLI, COACH

Monica Pasero è una persona straordinariamente preparate professionalmente e culturalmente

MONICA BECCO, SCRITTRICE

Grazie Monica. Come la scrittura, anche le interviste sono un dono che viene scambiato reciprocamente tra le parti. Con queste risposte mi sono aperta alle persone che non mi conoscono; e loro mi donano il tempo e l’attenzione necessari per entrare nel mio mondo. Grazie a tutte e a tutti. Grazie soprattutto a te, Monica, che con questa intervista, interessante e sensibile, mi hai permesso di fermarmi e regalarmi il tempo di guardarmi e scoprire nuove e inesplorate sfaccettature di me stessa. È stato un piacere e un privilegio

DANIELA MEROLA, GIORNALISTA, SCRITTRICE

La giornalista e promoter culturale Monica Pasero è una professionista eccellente e molto preparata. La sua serietà è meritevole di fiducia.

ELIO SABA ,SCRITTORE

Considero l’intervista che mi ha fatto la giornalista Monica Pasero di grande valore. Mi ha fatto domande per niente scontate, che mi hanno permesso di esternare alcuni aspetti del mio modo di pensare e metter a nudo una parte dei miei sentimenti. Intervista assolutamente notevole.

SILVIA DAL CIN, SCRITTRICE,

Professionista seria, competente e anche molto umana.

SILVIA S.G PALANDRI, EDITRICE

Il lavoro di Monica è così accurato, profondo e dettagliato che un’ AI non riuscirà mai ad eguagliarlo. Domande affatto banali, capaci di scavare in profondità con intelligenza e La tua intervista mi ha emozionata e per rispondere alle tue domande mi sono ritrovata a fare un lavoro su me stessa e un punto sul mio lavoro al femminile. Grazie.

SARA DE BARTOLO, SCRITTRICE, DOCENTE

Non è semplice né scontato ritrovare professionalità e talento in un unica persona.
Parlo della scrittrice Monica Pasero.
I suoi libri nonché le sue interviste sempre pulite, chiare e complete, mai fuorvianti o allusive.
Ogni volta che le sue parole descrivono l’arte di un autore/ autrice , ne esaltano il colore e di conseguenza il valore.
Grazie Monica per ciò che fai ma soprattutto per come lo fai.
Grazie davvero.

PAOLO SORRENTINO, SCRITTORE

Il nome di Monica Pasero mi è stato fatto per la prima volta dal mio editore, Davide Indalezio di Edizioni della Goccia. Mi sono documentato, ho letto le molte cose che ha scritto e mi ha subito convinto per i suoi modi garbati, per la profondità delle sue analisi, per la capacità di cogliere le diverse sfumature e i colori nascosti delle opere che descrive di volta in volta. Si capisce subito che fa il suo lavoro con grande passione e competenza, insomma. Le ho affidato, quindi, la lettura del mio La strategia del Diavolo e anche se lei stessa ha ammesso subito che il genere giallo/thriller non è fra i suoi preferiti, la sua recensione ha soddisfatto appieno tutte le mie aspettative, constatando una volta di più la sua abilità nell’intercettare i significati meno evidenti, più nascosti del libro e sintetizzarli in modo brillante ed efficace. Rapida, essenziale, profonda, con le sue interviste, poi, riesce a interfacciarsi in modo altrettanto efficace con la personalità dello scrittore, offrendo al lettore elementi aggiuntivi capaci di incuriosirlo e farlo avvicinare ulteriormente alla lettura dell’opera. Esperienza decisamente positiva.

ANTONIO SPAGNUOLO,POETA

Ottimo intervento, ricco di cultura elevata e di coinvolgimento. Il tuo Interessamento alle luminosità della scrittura è degno di lode. Grazie per avermi Invitato. Esperienza di notevole fattura!

FRANCESCA ROMANA ROTELLA, SCRITTRICE

Monica Pasero ha recensito due mie raccolte poetiche con grande sensibilità e professionalità. Ha compreso in maniera profonda i miei versi e ha saputo evidenziarne le caratteristiche fondanti, mettendone in luce gli aspetti più interessanti. La sua alta professionalità è una garanzia di accuratezza e grande sensibilità.

ODILIA LIUZZI, ARTISTA

Vorrei dedicare un sentito ringraziamento a Monica Pasero per la splendida intervista che mi ha dedicato. È stata un’esperienza profondamente stimolante e arricchente, che mi ha permesso di raccontare il mio percorso artistico con sincerità e passione. Le sue domande, sempre pertinenti e ben calibrate, hanno toccato aspetti importanti del mio lavoro, spingendomi a riflettere ancora più a fondo sul significato e sulle emozioni che lo animano. Monica ha dimostrato grande professionalità, unita a una grande sensibilità. La sua capacità di creare un dialogo fluido e coinvolgente, ha reso questa intervista non solo un momento di condivisione, ma anche un’occasione preziosa per esprimere pensieri e riflessioni che spesso restano inespressi. Il suo approccio garbato e rispettoso ha reso tutto naturale, mettendomi completamente a mio agio. Raccontare il proprio percorso artistico non è sempre facile: dietro ogni opera si nasconde un mondo di emozioni, esperienze e scelte. Monica Pasero ha saputo cogliere e valorizzare il cuore del mio lavoro, trasformando l’intervista in un ritratto autentico del mio percorso artistico. Per questo, la ringrazio di cuore. È stata un’esperienza preziosa, resa speciale dalla sua bravura e gentilezza. Grazie ancora, Monica!

DARIO TONANI, SCRITTORE ( MONDADORI)

Ci sono persone sensibili annidate negli angoli della rete che parlano di scrittura con la mano sul cuore e il tocco delicato dell’intelligenza. Monica Pasero è una di queste; le sue domande per la mia intervista sono un bouquet di spunti originali, curiosità autentica e riflessioni profonde. Mi hanno colpito e spiazzato il giusto. Per questo le dico ancora grazie.

IL MAESTRO, ALESSANDRO PIERFEDERICI, SCRITTORE, DOCENTE

Ho conosciuto Monica attraverso i social: il suo modo di porsi, con schiettezza e sincerità, e descrivere con semplicità e accuratezza il suo lavoro mi ha subito convinto a contattarla. Ho potuto così conoscere una professionista di grande spessore che unisce una notevole esperienza ed una competenza acquisita sul campo a contatto diretto con opere e autori, ad una profonda sensibilità ed umanità, attraverso la quale coglie l’essenza delle opere recensite e gli aspetti più importanti della personalità dei suoi intervistati. Monica ha recensito i miei primi quattro libri ed ogni volta ho scoperto dietro le sue parole qualcosa che non immaginavo esistesse dietro i miei testi. Monica, infatti, sia nelle recensioni che nelle interviste, coglie l’anima stessa dell’autore, della sua personalità, del suo linguaggio, e sa mettere in rilievo tutto ciò che di bello, interessante, stimolante incontra, così che anche chi legge viene messo a contatto diretto con la cultura, l’umanità, la vita degli autori e delle opere. E non dimentichiamo la sua capacità di sintesi e la sua profondità nelle prefazioni: Monica ha scritto quella del mio quinto libro ed ha saputo in due pagine coglierne lo spirito e il messaggio, preparando la strada al lettore per vivere appieno il piacere della lettura e della comprensione.

GIORGIO INFANTINO, SCRITTORE

Grazie Monica per aver messo in evidenza gli aspetti salienti della mia produzione letteraria. La recensione di “Storie Sospese” coglie nel segno e l’intervista è stata condotta da te con grande professionalità.

ELEONORA COLORETTI, RESTAURATRICE

Brava! Sensibile precisa alle tematiche. Una professionista.

ANTONIO ZENADOCCHIO, ARTISTA

Monica è capace di identificarsi con l’intervistato e comprendere il suo modo di essere e il suo punto di vista. Questo rende l’intervista molto calzante e anche gratificante.

STEFANO ZAMPIERI, ARTISTA

Precisa, sensibile con una penna delicata ma profonda.

MASSIMO PEZZONI, POETA
Credo la piu bella e professionale intervista sia stata propio quella di Monica Pasero, la sua capacità di capire l’artista scavando nella sua sensibilità senza scalfirla ma facendone un ritratto completo e unico.

SERGIO SOZI, SCRITTORE, CRITICO LETTERARIO

Non accade molto spesso, in questi tempi, di poter colloquiare di letteratura con un giornalista che sia competente e rigoroso, ben documentato sugli aspetti biobibliografici dell’intervistato e perfino, direi, appassionato della materia in oggetto. Ebbene tutto questo ho potuto assodare nel corso della piacevole e stimolante conversazione che ho avuto con Monica Pasero sulla mia opera di scrittore

GIOVANNA FILECCIA, SCRITTRICE, EDITRICE

Una delle interviste più complete che ho rilasciato in questo periodo.

ALESSIO MIGLIETTA, POETA

Consiglierò il tuo lavoro senz’altro, e sono davvero entusiasta di questa intervista, credo la più bella ricevuta!

ANGELA CAVAZZUTI, SCRITTRICE

Un enorme GRAZIE alla bravissima Monica Pasero per la bellissima intervista sul mio universo da scrittrice.Con poche pennellate ha saputo dipingere un’immagine reale di me, come persona e come autrice.

MIRIAM DI NOTO, SCRITTRICE E DOCENTE

Ho avuto il piacere di rilasciare due interviste a Monica Passerò, riguardo al mio libro e alle mie esperienze di viaggio.Mi sono trovata davanti una professionista garbata e competente, capace di proporre domande profonde e ben calibrate.Ne è scaturito un dialogo piacevole e costruttivo, attraverso cui ho espresso pienamente il mio pensiero.

GIOVANNA DE VITA, SCRITTRICE

L’ Intervista ha saputo cogliere i tratti importanti del libro e la mia personalità. Le domande hanno messo in evidenza il lato umano e fragile del protagonista del racconto. Grazie


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