Dopo la narrativa Pierfederici ritorna in libreria con una nuova opera dedita questa volta alla poesia, dove ancora una volta ci sorprende con la sua bravura.
Se amate la bella scrittura. Vi invito a leggere questa raccolta; tra queste liriche coglierete la forte capacita del poeta di carpire dettagli del suo vissuto, donandogli il giusto riconoscimento: la vita è fatta di piccole gioie che spesso nel “qui e ora” non apprezziamo. Solo il tempo ridona a ogni cosa il suo giusto ruolo… e solo con il passare degli anni, guardandoci indietro, impariamo ad apprezzare quei piccoli dettagli che spesso, distratti dalle nostre grandi ambizioni, non ci siamo accorti di vivere… Ma loro erano lì, a fianco a noi, e solo il tempo ha saputo farci comprendere che l’amore, il senso autentico del vivere, è nelle piccole gioie passeggere come una corolla che si schiude a primavera… Fiorisce, profuma, e muore… per poi rinascere nuovamente.
Ed è qui che il passar del tempo, tanto temuto dal poeta, diviene foriero di verità.
Monica Pasero
Introduzione
Queste poesie coprono un arco di tempo di circa dieci anni: alcune sono state scritte fra il 1983 e il 1993, nei momenti delle prime crisi esistenziali della giovinezza; altre appartengono a periodi successivi, nei quali riaffiorano i ricordi di quei momenti lontani.
Poesia del ricordo, quindi – quando la realtà è confinata nel passato, e rimane di lei solo un’emozione o una sensazione, e seguendo il corso dei pensieri riappaiono le immagini di allora; poesia che narra di due innamoramenti giovanili: uno ingenuo ma travolgente, di fronte al quale il cuore ammutolisce, l’anima spera, la mente attende, e intanto il tempo passa, ogni momento gronda di speranza ma la bocca tace per paura di un rifiuto, e quando arriva la rivelazione è troppo tardi e il sogno si tramuta in pianto, delusione, desiderio di morte; l’altro, più maturo ma altrettanto ingenuo e sognatore, è un breve idillio che svanisce in pochi giorni e lascia nel cuore una delusione amara che riporta alla memoria l’altra sofferenza, le vane speranze, la solitudine.
Le poesie del primo amore sono anche quelle del rimpianto per quel mondo di sentimenti che esisteva fuori da quell’amore, un mondo femminile di cui più tardi sorge la nostalgia e il ricordo amaro dei sentimenti mai rivelati (la fanciulla della montagna per prima, ma anche altre giovanissime creature desiderate nel silenzio della tacita, quasi eroica sofferenza); le poesie del secondo amore sono il canto della caduta, del rifugio nella solitudine della natura, lontano dal mondo degli uomini, della fine di ogni sogno e del rinnovato desiderio di morte: autunni grigi e piovosi, primavere tristi e sofferte quando tutto rinasce, meno il cuore congelato nel suo inverno perenne, nubi che evocano mondi remoti e storie passate, mari, boschi, luoghi di tormentati ricordi, colmi del vuoto interiore, del buio del pensiero, del rassegnato abbandono al dolore.
Le poesie dei due periodi si intersecano e si sovrappongono, talora narrando episodi tristi o lieti, talora esprimendo emozioni attraverso immagini simboliche, senza mai rinchiudersi in un linguaggio ermetico o criptico ma ricorrendo alla suggestione del suono e della parola, a pensieri incontrollati e istintivi che sorgono dall’inconscio, a immagini fortemente evocative della natura, del tempo che scorre inesorabile, del vuoto che circonda l’esistenza di ogni anima umana. Le due figure amate si confondono e avvolgono nel loro ricordo le altre figure femminili, i luoghi, le emozioni, perché nulla è più distinguibile e i sentimenti rinnovati sono sempre gli stessi; dove c’è il nuovo amore deluso, là risorge il dolore che pareva dimenticato: descrizioni di luoghi amati e perduti, pellegrinaggi vani e sofferti, sguardi rivolti da lontano a cieli comuni, luci di aurore e tramonti e di astri nella notte, per essere più vicino all’amata invisibile, lontana, perduta per sempre.
Dal ricordo del dramma sentimentale giovanile il pensiero si allarga ad esprimere una condizione esistenziale, una riflessione amara sulla realtà dolorosa dell’uomo e sul suo destino di disillusione e solitudine, in compagnia dei soli ricordi e della flebile speranza di altri mondi ed altre vite.
Tornano alla luce il paradiso lontano dell’infanzia, la cui purezza si smarrisce al contatto con il mondo adulto, e sensazioni, riflessioni, suggestioni che sono rapide immagini o suoni evocativi di uno smarrimento dell’anima, del passato che avrebbe potuto essere e non fu, di una vita inghiottita dal vortice del tempo e che non tornerà mai più, lasciando dietro di sé solo amarezza, sconforto e tormento.

Nato a Treviso nel 1966, debutta come pianista accompagnatore durante l’Autunno Musicale Trevigiano del 1980.
Consegue i Diplomi di Pianoforte e Composizione e il Diploma di Direzione d’orchestra dei “Wiener Meisterkurse” presso il Conservatorio di Vienna sotto la guida di Julius Kalmar, con il quale studia anche a Milano.
Ha svolto attività di Maestro Collaboratore a partire dal 1990 presso teatri, orchestre, festival e stagioni liriche.
È stato docente nei corsi per maestri sostituti tenuti presso la Fondazione Levi di Venezia e il Teatro “La Fenice”.
Più volte assistente di corsi di canto e Masterclass di livello internazionale in Italia e all’estero (Spagna, Portogallo, Brasile), e accompagnatore di concorsi, ha svolto attività concertistica quale accompagnatore di cantanti in Italia (Milano, Trieste, Venezia, Bologna, Rai International, Radiodue) e all’estero (Parigi, Salle Pleyel; Dublino, National Concert Hall; Lisbona, Teatro Thalia; Tokyo, Bunka Kaikan; Los Angeles, Istituto Italiano di Cultura; Isole Canarie).
Come direttore d’orchestra ha debuttato nel 2002 e, due anni dopo, ha diretto il concerto dei vincitori del concorso “Tito Gobbi” a Bassano. Nel 2005 è stato assistente del direttore alla Muza Kawasaki Symphony Hall di Kawasaky ed alla Suntory Hall di Tokio. Nel luglio del 2006 debutta come direttore in Giappone con un concerto lirico a Nagoya e vi fa ritorno altre quattro volte a dirigere “Rigoletto” di Verdi e “Il Campiello” di Wolf-Ferrari con gli artisti giapponesi di “Eurolirica Giovane”, “Anna Bolena” di Donizetti, “Eugene Onegin” di Ciaikovski, “Carmen” di Bizet e “Thäis” di Massenet nelle stagioni di Eurolirica.
Dal 2008 al 2021 è stato Presidente e Direttore artistico dell’Ass. Culturale “Musicaemozioni” di cui è stato fondatore assieme alla moglie, la cantante di fama mondiale e docente Lucia Mazzaria; per Musicaemozioni ha ideato tutti gli eventi realizzati, ai quali ha preso parte direttamente quale pianista e relatore, per un totale di circa 150 esibizioni. Per i numerosi eventi organizzati nel 2011 relativi all’anniversario dell’Unità d’Italia, ha ricevuto una lettera di saluto ed apprezzamento da parte del Presidente della Repubblica Italiana.
Dal 2011 affianca all’attività musicale quella di scrittore, con la pubblicazione del suo primo romanzo “Ritorno al tempo che non fu”, che ha ricevuto notevoli apprezzamenti da parte della critica per la singolarità della vicenda, lo stile e la componente psicologica e simbolica che lo caratterizza, e quella di critico letterario (sue recensioni di opere di narrativa contemporanea sono state pubblicate su vari portali accreditati on line).
Nel dicembre 2013 esce il romanzo “Ascesa al regno degli immortali”, tormentata storia ambientata a Trieste e Vienna fra Ottocento e Novecento, che ha per protagonista un musicista alla ricerca di un’impossibile conciliazione di arte ideale e vita reale, e nella quale si fondono suggestioni storiche, psicologiche, filosofiche attorno al tema portante della musica.
Entrambi i romanzi hanno riscosso anche l’apprezzamento dell’illustre critico letterario Giorgio Bárberi Squarotti.
Nel 2016 esce il saggio “Oltre le colonne d’Ercole – Verdi e Wagner alla mia maniera”, opera nella quale l’esperienza di musicista e lo stile dello scrittore si mettono al servizio di un lavoro ad un tempo divulgativo, analitico e narrativo, con la presenza di racconti di fantasia e un Epistolario impossibile, volti a suggerire ulteriori interpretazioni e a delineare aspetti particolari della personalità e della vita dei due musicisti trattati.
A novembre 2016 esce “Racconti e memorie di isole e mari”, raccolta di sedici racconti la cui matrice comune è la suggestione dei paesaggi marini, che nasce dalla rievocazione di ricordi giovanili, di antiche storie, di narrazioni fantastiche, misteriose, mitiche ascoltate in tanti anni e ricreate dalla fantasia, cui si aggiungono le riflessioni sulla realtà dell’uomo e l’introspezione psicologica ispirate dall’osservazione della natura.
La sua ultima, recente pubblicazione è il romanzo “Sull’altare del dio sconosciuto”, che si svolge nei primi del Novecento fra un immaginario collegio militare e un paese di montagna in Veneto.
Ha scritto inoltre alcuni lavori teatrali, unendo creazione e invenzione letteraria ai brani musicali:
“Carmen: da Mérimée a Bizet”, testo drammatico-narrativo con brani musicali, presentato nel 2011 e ripreso nel 2012;
“Mozart e Da Ponte: un storia in tre atti”, non ancora rappresentato.
Ha pubblicato online anche brevi saggi, articoli culturali e prose di viaggio.
Ha iniziato l’attività didattica quale Pianista Collaboratore presso il Conservatorio “C.Pollini” di Padova.
Dal 2020 è docente di cattedra di Lettura della Partitura, dapprima presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali, ora Conservatorio “G.Briccialdi” di Terni, dove ha tenuto anche i corsi di “Pratica del repertorio vocale” e di “Semiografia musicale” (antica e contemporanea), ed attualmente presso il Conservatorio “A.Steffani” di Castelfranco Veneto.
Dal 2017 con le sue opere letterarie e poesie inedite ha finora conseguito 21 riconoscimenti, fra Premi, Menzioni, Segnalazioni e Diplomi, in premi e concorsi letterari nazionali e internazionali, in particolare: Premio Kafka Italia 2017, Premio Le Nove Muse, Premio Cygnus Aureus, Premio Il Canto di Dafne, Premio Caffè delle Arti, Premio Delfino, Premio Quasimodo 2018, Premio Albero Andronico 2019, Premio G.Cibotto, Premio Città di Rovigo, Premio Locanda del Doge, Premio Cristina Campo, Premio Lago Gerundo 2018.








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