Schiudeva primavera le corolle la prima opera poetica del Maestro Alessandro Pierfederici

 Oggi nel mio spazio, dopo la pausa estiva, ritorna un gradito ospite: un artista poliedrico, un musicista noto a livello internazionale. Oltre alla sua carriera musicale, concertistica, che lo ha portato ad esibirsi in vari teatri di tutto il mondo; nutre un’altra grande passione: la scrittura. 

Il suo percorso letterario è foriero di produzioni di alto livello, pluripremiate, che vanno dalla saggistica, al romanzo fantasy, al romanzo storico, ai racconti storie di vita nutrite da una capacità descrittiva e dialettica non indifferente; nei suoi libri si avverte l’anima di questo autore, tutta la sua completezza e sensibilità artistica. 

Oggi torna in libreria, sorprendendoci, con la sua primissima raccolta poetica. Schiudeva primavera le corolle”.  Conosciamo meglio questa silloge dalle parole dell’autore. Queste poesie coprono un arco di tempo di circa dieci anni: alcune sono state scritte fra il 1983 e il 1993, nei momenti delle prime crisi esistenziali della giovinezza; altre appartengono a periodi successivi, nei quali riaffiorano i ricordi di quei momenti lontani”.

Poesie che si ritrovano a distanza di anni, un percorso emotivo ed evolutivo tracciato da Pierfederici che ha unito stati d’animo differenti, portando in questa sua nuova opera la sua anima, denudandosi dalle sue paure ha affidato alla penna le sue emozioni. Una silloge che vi invito a leggere, non solo per la bellezza del saper scrivere indubbia in Pierfederici, ma per la sua profondità … ogni poesia ci trasporta in ricordi che accomunano molti di noi, ci spinge ad emozionarci a comprendere quanto la poesia, anche oggi, in questa società fatta di illusoria felicità, possa fare bene al cuore e allo spirito.

Ben ritrovato, Alessandro, raccontaci come è nata questa raccolta?

Sono poesie scritte in gran parte in età giovanile e riprese e riviste per la pubblicazione, alle quali si sono aggiunti sia alcuni componimenti di anni più recenti, nei quali ho ripreso sotto forma di ricordo le sensazioni di allora, sia qualche poesia dalla tematica diversa ma affine (memorie infantili, paura della crescita, sensazione di smarrimento dell’innocenza originaria, innamoramenti fugaci mai svelati). Ho voluto raccogliere tutti i versi ispirati alle passioni giovanili deluse, al senso di vuoto interiore di fronte allo scorrere del tempo, alle emozioni suscitate dai ricordi, in particolare quando vicende analoghe a quelle di anni prima stimolano emozioni, nostalgie, sofferenze che credevo sepolte nel mare del tempo. E quindi nella raccolta, gli episodi narrati e descritti e le relative sensazioni si sovrappongono in un continuo andare e venire da un periodo all’altro, avendo in comune solo quel gran senso di vuoto che prende al risveglio, allo svanire di un bel sogno, che lascia dietro di sé solo malinconia e nostalgia. 

Schiudeva primavera le corolle, perché hai scelto proprio questo titolo?

Dare un titolo ad un lavoro letterario è sempre stata una sfida per me per riuscire a sintetizzare il contenuto e il significato dell’opera in poche parole che siano descrittive ed evocative. Il titolo di questa raccolta, che è poi anche il titolo e il primo verso di una delle poesie, descrive il contesto giovanile nel quale sono nate e ambientate gran parte di queste poesie, con la classica metafora della primavera come giovinezza della vita e dei fiori che si aprono alla luce, al tepore, come la vita dell’adolescente e poi del giovane si apre alla speranza ai sogni. Quando andavo a scuola ogni mattina a scuola, là dove avrei rivisto la protagonista della prima vicenda sentimentale, passavo sempre accanto a numerosi giardini fioriti e ad una fioreria dalla cui porta aperta, a primavera, usciva un incantevole profumo (“Il profumo zuccherino dei fiori a primavera” mi annotai allora per scrivere una poesia, e quelle parole sono presenti, lievemente modificate, proprio nella poesia che dà il titolo alla raccolta). Ci sono perciò due elementi, uno temporale, la giovinezza ed uno emozionale; ed entrambi sono un punto di partenza poiché nel corso della raccolta compaiono riferimenti a tutte le stagioni con i loro simbolismi tradizionali, collocati però nella vicenda interiore e nei sentimenti di una vita che avanza incontro a delusioni e sofferenze che il titolo non faceva presagire. L’ultima poesia, che ritengo fra le migliori ed è fra le mie preferite, per una coincidenza non preordinata ma poi accettata con entusiasmo all’atto della revisione e sistemazione dell’opera, si chiude con la parola “inverno”. 

La tua lirica attraversa vari stati dell’essere: dalla fanciullezza, alla giovinezza, alla passione, fino a passare alla maturità colma di rimpianti e nostalgie.  Oggi, rileggendole, cosa diresti al giovane poeta di ieri?

Credo che sarei sotto molti aspetti sorpreso dalla verità interiore che già a quell’età riuscivo a definire attraverso parole che sgorgavano in modo naturale ed intuitivo sotto la sollecitazione delle emozioni e delle vicende. Ma ciò che più conta è il fatto che tutt’oggi mi riconosco ancora pienamente in quel giovane poeta, sento che anche quei versi più lontani nel tempo, nati ormai decenni fa, mi appartengono ancora, tanto che, al di là di qualche piccola modifica metrica e qualche spostamento nel loro ordine, sono rimasti gli stessi, e sono intrisi dello stesso spirito delle poesie più recenti, poiché tutto prende vita nella prospettiva della memoria, del passato, di una realtà che è sempre più lontana nel tempo e non tornerà più. 

Qual è il messaggio che vorresti far arrivare al lettore?

Questa raccolta è una confessione interiore, un percorso individuale nella memoria di momenti, vicende, sentimenti passati, che riappaiono ogni volta che qualcosa, una parola, un oggetto, un pensiero, mi riporta a quei periodi.

Se un messaggio si può cogliere tra questi versi, il loro simbolismo e significato, direi che può essere quello del valore della propria individualità, della propria verità, un valore che ciascuno possiede e che purtroppo a volte nega o sminuisce con le proprie azioni, ma che, idealmente, avrebbe la possibilità per chiunque di diventare poesia, parola dal potere immenso ed universale. Uno degli apprezzamenti più importanti che ho ricevuto su questa raccolta è stata la considerazione dell’universalità dei sentimenti espressi nei quali, pur essendo essi frutto dall’esperienza individuale e intima, chiunque potrebbe riconoscersi o ritrovare una parte di sé. Diventare voce comune a tanti attraverso le proprie parole e il proprio vissuto è certamente una grande gioia e dà un senso profondo dall’esistenza della poesia, che ritrae, esprime, insegna la vita in tutte le sue forme, anche le più sofferte. 

Borges diceva: “Ogni poesia è misteriosa. Nessuno sa interamente ciò che gli è stato concesso di scrivere”. Nelle tue composizioni hai mai avuto la sensazione di non essere solo nel comporre?

Sono del tutto d’accordo con Borges: ciò che c’è dietro le parole di una poesia non è solo ciò che ha ispirato l’autore coscientemente ma anche ciò che sorge dal suo animo inconsapevolmente e, soprattutto, il mistero più fitto della poesia è dove vadano a finire le onde suscitate dal sasso dei versi, gettato nello stagno dell’anima del lettore.

Ciò che mi ha sempre accompagnato nella creazione poetica è una sorta di intuizione, un momento istintivo, rapido, nel quale le parole nascono quasi da sole, con il loro ritmo e il loro significato. Ancora oggi ricordo perfettamente il momento in cui ho scritto alcuni versi che da allora mi sono rimasti impressi nella memoria, così come erano nati. Non so se ci sia qualcosa o qualcuno che detta le parole allo spirito coinvolto dall’estasi creativa, ma certamente molto spesso, per non dire sempre, i versi nascono quasi da soli, senza l’inibizione, la razionalità, il freno del pensiero, e solo in un secondo momento, quando la loro essenza è fissata sulla carta, vengono corretti, perfezionati, rielaborati se necessario, ma senza perdere nulla di quello spirito originario che ne ha permesso la nascita in un istante di irrazionale, irresistibile, irrefrenabile creatività. 

Nella tua poesia c’è tanta introspezione, è un viaggio impervio nei ricordi di giovinezza, in quella malinconia che coglie tutti noi in certe fasi della nostra vita. Cosa ti manca di più di quegli anni spensierati e cosa invece sei felice di aver attraversato?

Ogni fase della vita è un mondo a sé. Se riguardo quegli anni dall’adolescenza alla giovinezza, anche i momenti più difficili e dolorosi mi appaiono sotto una diversa prospettiva, consapevole che tutti hanno contribuito a costruire la vita nella sua interezza. Allora esistevano sogni, speranze, illusioni, l’idea di poter vincere la battaglia dell’esistenza, ma non mancavano delusioni, disillusioni,  rassegnazione, un senso di fallimento che mi ha portato a sfiorare il dramma, e soprattutto la paura: speranza ed entusiasmo venivano sempre compensati da delusioni e timori. Tuttavia, riguardando quel periodo, anche ciò che era dolore ora, a distanza di anni ed anni, diventa dolcezza, la sofferenza e la gioia sono ammantate di nostalgia, perché comunque pareva vi fosse sempre una luce in fondo al tunnel. Tornerei volentieri a quegli anni, e non solo per ragioni anagrafiche, ma a patto di conservare l’esperienza e la conoscenza che ho oggi.

Nulla di quanto è accaduto allora è passato senza lasciare qualcosa, soprattutto le situazioni più difficili, e sono contento di averle attraversate senza dimenticarle ma portando con me tutto ciò che mi hanno insegnato, e che spesso diventa fonte di ispirazione e stimolo per la mia creatività letteraria, come se ancora dovessi tornarci sopra e rielaborarle ulteriormente: è quasi come dire che ogni cosa vissuta rimane per tutta la vita. 

La poesia è un terreno faticoso da coltivare soprattutto oggi che la bella scrittura appare essere surclassata dalla notorietà, dalla visibilità mediatica.  Perché si dovrebbe, invece, ritornare a leggere le poesie?

Il grande poeta Montale, insignito del Premio Nobel proprio cinquant’anni anni fa, tenne in occasione della cerimonia di premiazione un discorso fondato sulla questione se fosse ancora possibile la poesia… Mezzo secolo fa questo interrogativo assillava già il mondo della cultura, della letteratura, dell’arte, e chissà quante volte nei decenni o secoli precedenti ci si è posti la domanda sull’utilità e sul ruolo della poesia, spesso anche all’interno dei percorsi scolastici. 

Perché tornare invece a leggere la poesia? Perché in un mondo di apparenza, immagine, vanità, rappresenta qualcosa di rivoluzionario e di autentico: non c’è poesia senza la verità dell’essere. Sono rimasto colpito e lusingato quando in più recensioni della mia raccolta è stato sottolineato il coraggio di mettere a nudo le proprie emozioni, poiché in un mondo come quello attuale può essere letto come segno di debolezza, quando invece non esiste forza maggiore della verità. 

La poesia, di qualunque autore, è uno specchio in cui vediamo riflessi noi stessi, con la nostra forza e debolezza, con i nostri sogni e le nostre delusioni, con la nostra scelta per la vita o per la morte, e per questo oggi è guardata con sospetto, perché mai come in questi anni si ha paura della verità, della verità interiore, della vera natura del proprio essere. 

Inoltre la poesia confligge fortemente con la tendenza alla superficialità, alla corsa precipitosa di oggi, al confinare l’esistenza esclusivamente al qui e ora: la poesia è intuizione, ricerca della parola più profonda e giusta, riflessione sulla magia della creazione, elevazione dell’aspetto spirituale e ritorno alla memoria, a ciò che è stato o poteva essere e non è stato… SI potrebbe quasi affermare che oggi scrivere, leggere, vivere la poesia è il vero atto sovversivo contro il conformismo totale e passivo di questo periodo. 

Dopo tanta narrativa hai sperimentato la poetica, quale tra le due senti più affine a te?

Sono due mondi complementari, due facce della stessa medaglia, due diverse visioni di me stesso. Sia nei miei romanzi e racconti che nelle poesie è presente una proiezione delle vicende della mia vita e delle relative emozioni e memorie, e, se nelle poesie e nelle narrazioni in prima persona, questo aspetto è evidente e immediato, anche nelle narrazioni oggettive in terza persona, sia nel secondo che nel terzo romanzo che in molti racconti, compare di riflesso nei miei personaggi e nelle storie raccontate.

Amo allo stesso modo affrontare la scrittura narrativa perché mi affascina e mi entusiasma creare storie e personaggi e farli interagire, creare simbolismi all’interno delle vicende, e trasmettere emozioni e messaggi, e la poesia, sia in forma metrica che in versi liberi, quale confessione dell’essere e percorso della memoria che dà un senso a quanto vissuto. Per quanto riguarda la lettura, le mie poesie mi gratificano ed emozionano perché riportano alla luce in modo profondo, intenso, vivissimo episodi del passato, ricordi, nostalgie che prendono quasi l’aspetto di un mondo fantastico, di una fiaba che, per quanto dolorosa, suscita sensazioni dolci e tenere.

In più devo ammettere che, se mi presentassero le mie narrazioni e le mie poesie come opera di qualcun altro e le leggessi, mi piacerebbero tanto e non saprei davvero decidere cosa preferire.

Progetti futuri?

Per quanto riguarda i progetti futuri, sto scrivendo un romanzo nel quale sperimento per la prima volta la tecnica del flusso di coscienza: si tratta di un monologo interiore sempre costruito su un percorso di ricordi; ho in corso da tempo un ampio romanzo storico che procede a macchia di leopardo da anni, una nuova raccolta di racconti e il progetto di un nuovo saggio musicale, mentre si sta lentamente componendo il progetto di una seconda raccolta di poesie. Come sempre, porto avanti più idee contemporaneamente e poi una prevarrà sulle altre e diventerà il prossimo libro.

La scrittura è ormai per me una necessità interiore, indipendentemente che ci sia o meno un pubblico di lettori: ho notato che, man mano che aumenta in varietà e qualità la mia produzione e viene anche riconosciuta da ottime critiche professionali e dall’attribuzione di premi, diminuisce il numero dei lettori: ma tenere fra le mani un proprio libro, una propria creatura, come fosse uno specchio meraviglioso, pur se impietoso, è una sensazione stupenda.

Ho in programma qualche presentazione esclusivamente a distanza, perché per più ragioni non mi è possibile muovermi facilmente, ed anche perché ho dovuto prendere atto negli anni del sostanziale fallimento delle presentazioni in cui lotti da solo per organizzare e avere un po’ di pubblico, a volte persino contro chi ti ospita: magari un giorno scriverò un libro ironico (ma non troppo) sulla quantità di ostilità immotivata e ridicoli boicottaggi subiti nei miei primi anni da scrittore in occasione delle mie presentazioni e mancate presentazioni.

Regalaci qualche verso a te caro di questa silloge.

Difficilissimo per me scegliere dei versi dalla mia raccolta perché ogni poesia mi riporta a qualcosa, un episodio, un sentimento, un luogo, una persona.

Vorrei allora riportare qui due momenti relativi ai due diversi periodi a cui sono ispirati i componimenti, e la poesia che chiude la raccolta, l’ultima scritta, in cui al vissuto personale si assomma ancora una volta la mia venerazione per l’opera poetica di Yeats, cui è ispirata esplicitamente anche una poesia precedente “Primavera celtica”.

Il primo esempio ricorda l’adolescenza, il silenzio timido e timoroso di fronte al primo amore.

(Da “Era per me un rifugio averti accanto”)

Ogni volta risento la tua voce

e i tuoi pensieri inquieti

e rivedo i tuoi occhi

che credevo innamorati.

Era per me un rifugio averti accanto,

tristezza salutarti

a quel crocicchio

vicino alla stazione.

Eppure sapeva il tuo cuore

ma attendeva solo un cenno,

un passo sulle scale di quel treno,

e sedermi accanto a te

e partire verso l’infinito.

Il secondo frammento, scritto dieci anni dopo:

(Da “Rimpianti”)

Ho il cuore gonfio d’autunno e tempeste,

di cupa rabbia, di mesti pensieri

e di profonda nostalgia d’amore.

Non è l’autunno ridente di canti,

vivi colori di piante e di frutti,

di rossi boschi e di nubi lontane.

È il triste autunno presago di gelo,

dal cielo grigio di piogge e di lagrime:

è nel mio cuore quel pallido sole,

nel tuo ricordo la sera che scende

sulla mia vita e la svuota e la spegne.

E poi c’è la poesia finale, forse la mia preferita, il riassunto quasi del percorso che dalla schiusa dei fiori porta all’inverno infinito della morte. 

Ultimo ricordo

Quando ricorderai la giovinezza,

portando il peso di un’intera vita,

e torneranno a te i momenti lieti

nella tua solitudine, affacciata

alla finestra di quel bianco inverno,

allora i tuoi pensieri inquieti e stanchi

vagheranno lenti all’orizzonte

e sentirai nel cuore il desiderio

di volteggiare ancora come neve

nel turbinio del vento di ogni giorno.

E accanto al fuoco acceso siederai,

tenendo fra le braccia i tuoi ricordi

e ad una ad una rivedrai le ombre

di chi passò nella tua vita cruda

e vi lasciò una traccia di colore

ormai sbiadito nella grigia nebbia.

Ricorderai quei giorni di passione

travolti dalla vita e cancellati

da ogni memoria che non sia nel cuore;

ricorderai quei giorni perché tanti

ti amarono con slancio e con ardore,

amarono di te la tua bellezza

incantatrice e la dolcezza lieve,

ma un solo sconosciuto amò il tuo pianto,

il tuo dolore e la tua solitudine,

anch’egli accanto al fuoco o contemplando

alla finestra la tua stessa neve,

mentre appariva dolce il tuo sorriso,

a riscaldare il mio infinito inverno.

Ringraziando Alessandro per il suo tempo ricordo agli amici lettori che trovate tutte le sue opere su amazon.it a questo Link

altro dell’ autore

Lascia un commento

Una replica a “Schiudeva primavera le corolle la prima opera poetica del Maestro Alessandro Pierfederici”

  1. Avatar Profilo d’autore Alessandro Pierfederici – OLTRESCRITTURA, Sito ufficiale, Monica Pasero

    […] Schiudeva primavera le corolle la prima opera poetica del Maestro Alessandro Pierfederici Il Mondo Musicale di Verdi e Wagner: Un’analisi Profonda Recensione ospite, Deborah Benigni Sull’Altare del Dio Sconosciuto: Un Viaggio nella Psiche Umana Sull’altare del dio sconosciuto Ascesa al regno degli immortali RITORNO AL TEMPO CHE NON FU. ALESSANDRO PIERFERDERICI Racconti e memorie di isole e mari di Alessandro Pierfederici […]

    "Mi piace"

Lascia un commento

Articoli

Gli artisti e gli autori che ho intervistato, dicono di me

FRANCESCA GHEZZANI, GIORNALISTA

Prepararsi prima di un’intervista studiando i minimi dettagli e saper scavare nelle persone senza essere invadente è un’arte non di tutti. Monica Pasero ha dimostrato di possederla. Grazie davvero per il tempo che mi ha dedicato.

Giosuè Forleo, scrittore e poeta.

Ho conosciuto Monica Pasero per caso e mi è piaciuta fin da subito; infatti l’ho scelta per recensire alcune poesie del mio ultimo libro, “Piuma bianca”. Monica è una giornalista e critica letteraria sempre disponibile, che si distingue per la sua eccellenza, originalità letteraria e cura nella realizzazione grafica. Le sue interviste e recensioni sono sempre caratterizzate da una grande profondità e sensibilità, che le permettono di cogliere l’essenza delle opere e degli autori che tratta. Ha una grande capacità nell’instaurare un contatto empatico con gli autori, capacità davvero rara e che le permette di ottenere risposte profonde e sincere. La sua scrittura è elegante e raffinata, rendendo piacevole la lettura dei suoi articoli su svariati argomenti. È una professionista che unisce esperienza, competenza e sensibilità, rendendola una delle migliori nel suo campo. Se siete alla ricerca di una critica letteraria con un blog che vi offra una visione profonda e stimolante delle opere e degli autori, Monica Pasero è la scelta ideale per la sua originalità di scrittura.

FREDERIK MC. MARK, SCRITTORE

Sono molto contento di aver conosciuto Monica e di averle fatto recensire il mio romanzo Kora: La pietra di Artfis. Un fantasy ricco di storie e misteri. Leggendolo, Monica è riuscita a cogliere l’essenza della storia, il che dimostra quanto sia preparata e sensibile nel percepire le emozioni. Grazie di cuore Monica, alla prossima

LEONARDO MANETTI, POETA

Monica è una persona molto attenta e professionale nel suo lavoro. Inoltre è molto gentile e disponibile. È la persona giusta sulla quale potete fare affidamento. La consiglio vivamente.

SERGIO CAMELLINI, POETA

Questa brillante recensione arricchisce davvero, poche volte ho trovato letterati capaci di entrare nell’animo con tanta delicatezza. A Monica Pasero, porgo i sensi della mia più profonda stima.

DANIELE OSSOLA, SCRITTORE

Ho conosciuto Monica attraverso un Concorso Letterario a Torino cui avevo partecipato.

Si è instaurato un rapporto culturale basato su dolcezza, gentilezza e profondità di emozioni.

La professionalità con la quale ha condotto l’intervista, avendone già realizzate diverse nella mia carriera di autore, posso quindi affermare che è unica in quanto ha scavato nel mio intimo per far emergere i fatti salienti della mia attività non solo di scrittore.

Non posso che rinnovare i miei complimenti!!!   

EDOARDO DE ANGELIS, CANTAUTORE

Nel variegato mondo attuale della comunicazione troviamo una tale quantità di organi e operatori, piccoli e grandi, più o meno efficaci, più o meno credibili … un bosco, una foresta nella quale è difficile trovare il sentiero giusto. Per questo motivo è importante affidarsi alle esperienze positive già vissute da altri. A questo proposito mi sento di suggerire un blog che si occupa principalmente di scrittura, con grande professionalità, garbo, sensibilità. Lo dirige Monica Pasero, e si chiama con un bellissimo nome: OLTRESCRITTURA. E’ vero, Monica e il suo blog vanno oltre la scrittura, sanno offrire, nella comunicazione quel passo in più di profondità, attenzione, interesse, che fanno la differenza … OLTRESCRITTURA, appunto” – Edoardo De Angelis – Il Cantautore Necessario

EUGENIO PATTACINI, SCRITTORE

Quando ci si avvicina al mondo delle interviste in campo letterario ci sono tre aspetti fondamentali e, quasi mai, si incontrano controparti efficaci su tutti e tre. Si parla di competenza e conoscenza del settore utili a impostare domande efficaci e ben articolare utili a conoscere l’autore ma anche a capire, non tanto cosa dica l’opera, ma dove può accompagnare il lettore. Poi c’è il contatto empatico che io ho misurato sia nel suo raro modo di approcciare ma anche condividendo spazi in salotti letterari. Il terzo punto è la realizzazione grafica perchè anche le migliori frasi, se calate in una impostazione raffazzonata, perdono valore. Monica invece caratterizza ogni sua intervista con l’eleganza dell’impostazione. Personalmente per questo aspetto leggerei suoi articoli anche su argomenti che assolutamente non mi appartengono. È bello quando si trova una controparte che mostri alto livello in uno di questi aspetti. Raro su due. Monica, per fortuna di chi la incontra, eccelle in tutti e tre.

MARCO PETRUZZELLA, POETA

Ho conosciuto Monica Pasero un po’ per caso trovandomi nella confusione e dispersione mentale e pratica tipica dell’esordiente. Ho pubblicato da poco per cui sono a digiuno sulle dinamiche della “critica” e della diffusione promozionale delle opere ma soprattutto degli autori. Una cosa, però, credo di averla compresa bene: ciò che conta nel rapporto col gli editori, con le agenzie o con gli editor o realizzatori di recensioni o interviste come Monica, è il rispetto, la cura e l’attenzione che questi hanno nei confronti dei testi, degli autori e delle loro biografie. Ecco con Monica ho provato la gioia e la soddisfazione, oltre di trovarmi al cospetto di una grande professionalità, di avere come interlocutore una persona sinceramente appassionata alla letteratura e alle dinamiche pagina/autore. Auguro ad ogni autore, esordiente o meno, di incontrare Monica Pasero per sentirsi meno solo in questo mondo affascinante ma complicato.

CLAUDE MOSCHELLI, COACH

Monica Pasero è una persona straordinariamente preparate professionalmente e culturalmente

MONICA BECCO, SCRITTRICE

Grazie Monica. Come la scrittura, anche le interviste sono un dono che viene scambiato reciprocamente tra le parti. Con queste risposte mi sono aperta alle persone che non mi conoscono; e loro mi donano il tempo e l’attenzione necessari per entrare nel mio mondo. Grazie a tutte e a tutti. Grazie soprattutto a te, Monica, che con questa intervista, interessante e sensibile, mi hai permesso di fermarmi e regalarmi il tempo di guardarmi e scoprire nuove e inesplorate sfaccettature di me stessa. È stato un piacere e un privilegio

DANIELA MEROLA, GIORNALISTA, SCRITTRICE

La giornalista e promoter culturale Monica Pasero è una professionista eccellente e molto preparata. La sua serietà è meritevole di fiducia.

ELIO SABA ,SCRITTORE

Considero l’intervista che mi ha fatto la giornalista Monica Pasero di grande valore. Mi ha fatto domande per niente scontate, che mi hanno permesso di esternare alcuni aspetti del mio modo di pensare e metter a nudo una parte dei miei sentimenti. Intervista assolutamente notevole.

SILVIA DAL CIN, SCRITTRICE,

Professionista seria, competente e anche molto umana.

SILVIA S.G PALANDRI, EDITRICE

Il lavoro di Monica è così accurato, profondo e dettagliato che un’ AI non riuscirà mai ad eguagliarlo. Domande affatto banali, capaci di scavare in profondità con intelligenza e La tua intervista mi ha emozionata e per rispondere alle tue domande mi sono ritrovata a fare un lavoro su me stessa e un punto sul mio lavoro al femminile. Grazie.

SARA DE BARTOLO, SCRITTRICE, DOCENTE

Non è semplice né scontato ritrovare professionalità e talento in un unica persona.
Parlo della scrittrice Monica Pasero.
I suoi libri nonché le sue interviste sempre pulite, chiare e complete, mai fuorvianti o allusive.
Ogni volta che le sue parole descrivono l’arte di un autore/ autrice , ne esaltano il colore e di conseguenza il valore.
Grazie Monica per ciò che fai ma soprattutto per come lo fai.
Grazie davvero.

PAOLO SORRENTINO, SCRITTORE

Il nome di Monica Pasero mi è stato fatto per la prima volta dal mio editore, Davide Indalezio di Edizioni della Goccia. Mi sono documentato, ho letto le molte cose che ha scritto e mi ha subito convinto per i suoi modi garbati, per la profondità delle sue analisi, per la capacità di cogliere le diverse sfumature e i colori nascosti delle opere che descrive di volta in volta. Si capisce subito che fa il suo lavoro con grande passione e competenza, insomma. Le ho affidato, quindi, la lettura del mio La strategia del Diavolo e anche se lei stessa ha ammesso subito che il genere giallo/thriller non è fra i suoi preferiti, la sua recensione ha soddisfatto appieno tutte le mie aspettative, constatando una volta di più la sua abilità nell’intercettare i significati meno evidenti, più nascosti del libro e sintetizzarli in modo brillante ed efficace. Rapida, essenziale, profonda, con le sue interviste, poi, riesce a interfacciarsi in modo altrettanto efficace con la personalità dello scrittore, offrendo al lettore elementi aggiuntivi capaci di incuriosirlo e farlo avvicinare ulteriormente alla lettura dell’opera. Esperienza decisamente positiva.

ANTONIO SPAGNUOLO,POETA

Ottimo intervento, ricco di cultura elevata e di coinvolgimento. Il tuo Interessamento alle luminosità della scrittura è degno di lode. Grazie per avermi Invitato. Esperienza di notevole fattura!

FRANCESCA ROMANA ROTELLA, SCRITTRICE

Monica Pasero ha recensito due mie raccolte poetiche con grande sensibilità e professionalità. Ha compreso in maniera profonda i miei versi e ha saputo evidenziarne le caratteristiche fondanti, mettendone in luce gli aspetti più interessanti. La sua alta professionalità è una garanzia di accuratezza e grande sensibilità.

ODILIA LIUZZI, ARTISTA

Vorrei dedicare un sentito ringraziamento a Monica Pasero per la splendida intervista che mi ha dedicato. È stata un’esperienza profondamente stimolante e arricchente, che mi ha permesso di raccontare il mio percorso artistico con sincerità e passione. Le sue domande, sempre pertinenti e ben calibrate, hanno toccato aspetti importanti del mio lavoro, spingendomi a riflettere ancora più a fondo sul significato e sulle emozioni che lo animano. Monica ha dimostrato grande professionalità, unita a una grande sensibilità. La sua capacità di creare un dialogo fluido e coinvolgente, ha reso questa intervista non solo un momento di condivisione, ma anche un’occasione preziosa per esprimere pensieri e riflessioni che spesso restano inespressi. Il suo approccio garbato e rispettoso ha reso tutto naturale, mettendomi completamente a mio agio. Raccontare il proprio percorso artistico non è sempre facile: dietro ogni opera si nasconde un mondo di emozioni, esperienze e scelte. Monica Pasero ha saputo cogliere e valorizzare il cuore del mio lavoro, trasformando l’intervista in un ritratto autentico del mio percorso artistico. Per questo, la ringrazio di cuore. È stata un’esperienza preziosa, resa speciale dalla sua bravura e gentilezza. Grazie ancora, Monica!

DARIO TONANI, SCRITTORE ( MONDADORI)

Ci sono persone sensibili annidate negli angoli della rete che parlano di scrittura con la mano sul cuore e il tocco delicato dell’intelligenza. Monica Pasero è una di queste; le sue domande per la mia intervista sono un bouquet di spunti originali, curiosità autentica e riflessioni profonde. Mi hanno colpito e spiazzato il giusto. Per questo le dico ancora grazie.

IL MAESTRO, ALESSANDRO PIERFEDERICI, SCRITTORE, DOCENTE

Ho conosciuto Monica attraverso i social: il suo modo di porsi, con schiettezza e sincerità, e descrivere con semplicità e accuratezza il suo lavoro mi ha subito convinto a contattarla. Ho potuto così conoscere una professionista di grande spessore che unisce una notevole esperienza ed una competenza acquisita sul campo a contatto diretto con opere e autori, ad una profonda sensibilità ed umanità, attraverso la quale coglie l’essenza delle opere recensite e gli aspetti più importanti della personalità dei suoi intervistati. Monica ha recensito i miei primi quattro libri ed ogni volta ho scoperto dietro le sue parole qualcosa che non immaginavo esistesse dietro i miei testi. Monica, infatti, sia nelle recensioni che nelle interviste, coglie l’anima stessa dell’autore, della sua personalità, del suo linguaggio, e sa mettere in rilievo tutto ciò che di bello, interessante, stimolante incontra, così che anche chi legge viene messo a contatto diretto con la cultura, l’umanità, la vita degli autori e delle opere. E non dimentichiamo la sua capacità di sintesi e la sua profondità nelle prefazioni: Monica ha scritto quella del mio quinto libro ed ha saputo in due pagine coglierne lo spirito e il messaggio, preparando la strada al lettore per vivere appieno il piacere della lettura e della comprensione.

GIORGIO INFANTINO, SCRITTORE

Grazie Monica per aver messo in evidenza gli aspetti salienti della mia produzione letteraria. La recensione di “Storie Sospese” coglie nel segno e l’intervista è stata condotta da te con grande professionalità.

ELEONORA COLORETTI, RESTAURATRICE

Brava! Sensibile precisa alle tematiche. Una professionista.

ANTONIO ZENADOCCHIO, ARTISTA

Monica è capace di identificarsi con l’intervistato e comprendere il suo modo di essere e il suo punto di vista. Questo rende l’intervista molto calzante e anche gratificante.

STEFANO ZAMPIERI, ARTISTA

Precisa, sensibile con una penna delicata ma profonda.

MASSIMO PEZZONI, POETA
Credo la piu bella e professionale intervista sia stata propio quella di Monica Pasero, la sua capacità di capire l’artista scavando nella sua sensibilità senza scalfirla ma facendone un ritratto completo e unico.

SERGIO SOZI, SCRITTORE, CRITICO LETTERARIO

Non accade molto spesso, in questi tempi, di poter colloquiare di letteratura con un giornalista che sia competente e rigoroso, ben documentato sugli aspetti biobibliografici dell’intervistato e perfino, direi, appassionato della materia in oggetto. Ebbene tutto questo ho potuto assodare nel corso della piacevole e stimolante conversazione che ho avuto con Monica Pasero sulla mia opera di scrittore

GIOVANNA FILECCIA, SCRITTRICE, EDITRICE

Una delle interviste più complete che ho rilasciato in questo periodo.

ALESSIO MIGLIETTA, POETA

Consiglierò il tuo lavoro senz’altro, e sono davvero entusiasta di questa intervista, credo la più bella ricevuta!

ANGELA CAVAZZUTI, SCRITTRICE

Un enorme GRAZIE alla bravissima Monica Pasero per la bellissima intervista sul mio universo da scrittrice.Con poche pennellate ha saputo dipingere un’immagine reale di me, come persona e come autrice.

MIRIAM DI NOTO, SCRITTRICE E DOCENTE

Ho avuto il piacere di rilasciare due interviste a Monica Passerò, riguardo al mio libro e alle mie esperienze di viaggio.Mi sono trovata davanti una professionista garbata e competente, capace di proporre domande profonde e ben calibrate.Ne è scaturito un dialogo piacevole e costruttivo, attraverso cui ho espresso pienamente il mio pensiero.

GIOVANNA DE VITA, SCRITTRICE

L’ Intervista ha saputo cogliere i tratti importanti del libro e la mia personalità. Le domande hanno messo in evidenza il lato umano e fragile del protagonista del racconto. Grazie


Scopri di più da OLTRESCRITTURA, Sito ufficiale, Monica Pasero

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Una replica a “Schiudeva primavera le corolle la prima opera poetica del Maestro Alessandro Pierfederici”

  1. Avatar Profilo d’autore Alessandro Pierfederici – OLTRESCRITTURA, Sito ufficiale, Monica Pasero

    […] Schiudeva primavera le corolle la prima opera poetica del Maestro Alessandro Pierfederici Il Mondo Musicale di Verdi e Wagner: Un’analisi Profonda Recensione ospite, Deborah Benigni Sull’Altare del Dio Sconosciuto: Un Viaggio nella Psiche Umana Sull’altare del dio sconosciuto Ascesa al regno degli immortali RITORNO AL TEMPO CHE NON FU. ALESSANDRO PIERFERDERICI Racconti e memorie di isole e mari di Alessandro Pierfederici […]

    "Mi piace"